lunedì 13 luglio 2020

Il sole a strisce

Il sole a strisce
di Pina Varriale
Giunti editore

Un libro che si legge in fretta, pensato per le scuole elementari, ma che tratta il tema spinoso delle mamme che sono in carcere, dei figli che rimangono a casa con i nonni e del fratellino che invece é piccolino e rimane con la mamma in prigione.

L'ho trovato scritto bene, si riesce a percepire fra le righe la perplessità dei bambini che non capiscono perché la mamma non può stare con loro e anche la paura della nonna, che non sta bene di salute e ha il timore che i nipotini le vengano portati via.
Il viaggio e il finale sono, per i miei gusti un po' troppo forzati, ma un libro che ho letto con piacere.

Trama dal sito dell'editore:
"Roberto e Martina abitano con la nonna Betta. Si sono trasferiti da lei da quando la mamma è andata a stare nella “fabbrica del caffè”, il carcere femminile di Pozzuoli dove le detenute lavorano alla torrefazione del caffè. Roberto e Martina possono farle visita soltanto una volta al mese; così il tempo per parlare e giocare con Carletto, il loro fratellino, è davvero poco. Carletto è nato in carcere e non conosce altro che il sole “a strisce”... ."


20/2020
Sfida personale 95. Un libro per l'infanzia

Cosa ho imparato?
nonostante le poche pagine mi ha fatto molto riflettere l'ingiustizia dei bambini che vengono rinchiusi in carcere con le mamma, se da una parte é la soluzione perfetta per poter crescere con loro, immagino che ci siano parecchie problematiche legate a questa tematica, che mi piacerebbe approfondire in libri più da adulti.

giovedì 28 maggio 2020

Lacci



Lacci
Domenico Starnone
ed. Einaudi
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Ho già parlato di questo libro nel mio post su "Confidenza", di Domenico Starnone.
Dopo averlo trascinato per un mese e averne letti altri nel frattempo, mi sono arenata per un altro mese, ma come ogni volta decisa a leggerlo fino in fondo.
Oggi pomeriggio mi sono detta che oggi era il giorno giusto, dopo aver letto con un po' di fatica le prime pagine mi sono lasciata trascinare, all'inizio per poterlo finire e per non averlo più li sul comodino, ma la terza parte ha rivalutato completamente il libro.
Il modo di scrivere di Starnone non fa per me, e come per Confidenza, la terza parte del libro è riuscita a farmi amare se non lo stile, di sicuro la storia in sé.

In entrambi i libri la terza parte é scritta in modo diverso, meno fitto, meno introspettivo e da voce a personaggi fondamentali nella storia ma che nelle prime due parti dei libri non avevano quasi voce in capitolo, e anche qui, in poche pagine viene svelato il "mistero", se così si può chiamare.
Nel primo libro la "Confidenza" che da il titolo al libro riceve da Pietro e Teresa una rilevanza molto diversa da ognuno dei due, mentre anche qui l'episodio dei "Lacci" di cui si parla, ha per ogni persona coinvolta una connotazione diversa, a distanza di anni, ognuno l'ha vissuto e interpretato diversamente.

Anche qui i personaggi mi sono sembrati antipatici, Vanda una lamentosa insoddisfatta, ipercritica e pesante, fa di tutto per riavere il marito ma non lo ama.
Lui un egoista insoddisfatto che torna a casa, non é felice ed é un ometto sottomesso che sottostà a tutto quello che vuole la moglie non si capisce per paura di cosa visto che nella breve parentesi che non ha vissuto con lei é stato felice.
Ammetto che l'animo umano mi lascia sempre basita, non riesco a capire perché una coppia che non si ama più continua a stare assieme, ad essere infelice e a rendere infelice l'altro, quando magari separatamente avrebbero buone possibilità di stare bene.
I figli non ne escono molto meglio, se prima li si poteva giustificare per la situazione che vivevano in casa, da grandi non si sono dimostrati tanto diversi.

Trama dal sito dell'editore:
«Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie». Si apre cosí la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato di una ragazza insieme alla quale tutto gli sembra leggero, e lei a Napoli con i figli, a misurare l’estensione del silenzio. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è piú radicale dell’abbandono, ma niente è piú tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte. Domenico Starnone ci regala una storia emozionante, il racconto magistrale di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.

25/2020
Sfida personale 90. Una storia con un triangolo amoroso

Ho imparato che leggere fino in fondo i libri, a volte, può rivalutare il giudizio mi ero fatta all'inizio.

mercoledì 6 maggio 2020

Lungo petalo di mare

Lungo petalo di mare
Isabel Allende
ed. Feltrinelli
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Mi piace moltissimo Isabel Allende, ho letto diversi suoi libri, e ne ho parecchi suoi da leggere nella mia libreria, per ora qui nel blog ho parlato solo de "La figlia della Fortuna", penso il primo che avevo letto, che mi aveva profondamente soddisfatta, perché aveva tutto quello che cerco in un libro: una trama piacevole e non pesante, nozioni storiche esatte e la capacità di farmi imparare cose nuove.

Avevo sentito che alcuni suoi libri recenti non erano così, mentre invece con "Lungo petalo di mare" era tornata al suo stile iniziale di scrittura.
Devo dire che per me é stato così senza dubbio.
Mi sono lasciata trasportare dalle vicende di Victor Dalmau, prima durante la guerra civile spagnola, poi a bordo del Winnipeg e in seguito in Cile, definito da Neruda "lungo petalo di mare" per la sua conformazione, che da il titolo al libro.
Ho avuto modo di conoscere la dittatura di Francisco Franco, di cui ovviamente avevo sentito parlare ma di cui non so ancora molto, di conoscere l'impegno umanitario di Pablo Neruda a favore di migliaia di profughi spagnoli e di avere un'idea della storia del Cile e del golpe.
Tutti argomenti che mi riprometto di approfondire prossimamente.

Alcuni giorni dopo aver finito questo libro, é purtroppo mancato Luis Sepulveda e ho visto in televisione un documentario sulla sua vita, mi ha fatto piacere aver letto il libro perché mi ha permesso di capire meglio il documentario e le persecuzioni che hanno dovuto subire.

Trama dal sito dell'editore:
1939. Alla fine della Guerra civile spagnola, il giovane medico Víctor Dalmau e un’amica di famiglia, la pianista Roser Bruguera, sono costretti, come altre migliaia di spagnoli, a scappare da Barcellona. Attraversati i Pirenei, a Bordeaux, fingendosi sposati, riescono a imbarcarsi a bordo del Winnipeg, il piroscafo preso a noleggio da Pablo Neruda per portare più di duemila profughi spagnoli in Cile – il “lungo petalo di mare e neve”, nelle parole dello stesso poeta –, in cerca di quella pace che non è stata concessa loro in patria. Lì hanno la fortuna di essere accolti con generosa benevolenza e riescono presto a integrarsi, a riprendere in mano le loro vite e a sentirsi parte del destino del paese, solo però fino al golpe che nel 1973 fa cadere il presidente Salvador Allende. E allora, ancora una volta, si ritroveranno in esilio, questa volta in Venezuela, ma, come scrive l’autrice, “se si vive abbastanza, i cerchi si chiudono”.

19/2020
Sfida personale 67. un libro di uno scrittore sudamericano

La morte non é una cosa per ragazzine



La morte non é una cosa per ragazzine
Alan Bradley
ed. Sellerio
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Secondo appuntamento per me con questa simpaticissima ragazzina di 11 anni che vive a Bishop's Lacey, ha una passione sfrenata per la chimica, una fissazione per i veleni, un padre che vive nel suo mondo, un maggiordomo-autista-giardiniere che ogni tanto ha dei black out, una cuoca che cucina male e due sorelle dispotiche.
Flavia De Luce, che avevo già avuto modo di incontrare nel primo libro di questa serie "Flavia De Luce e il delitto nel campo di cetrioli", libro divertente che avevo scelto come primo libro dell'anno per cominciare con allegria e che non mi aveva delusa, é sempre la stessa, impicciona e arguta, ma che proprio grazie a queste sue doti riesce sempre a risolvere il mistero.

In questo secondo libro il mistero si svolge attorno ad una coppia di burattinai che giunge al paese con un furgone attrezzatissimo ma scassato.
Inutile dire che tutti gli indizi sparsi qua e la, alla fine del libro si allineeranno e permetteranno anche questa volta di trovare l'assassino.

Trama dal sito dell'editore:
Rupert Porson e la compagna Nialla burattinai di fama televisiva, con il loro furgone pieno di marchingegni teatrali e marionette, si fermano per qualche giorno a Bishop’s Lacey. Ma che ci fanno i due in quell’angolo di tradizione incastrato nella campagna inglese anni Cinquanta? A Flavia basta un’ombra di mistero per eccitarsi e le sue due passioni convergenti del delitto e della chimica trovano uno sfogo comune.
A Bishop’s Lacey, il paesino addormentato dove dimora l’undicenne Flavia de Luce, qualche scompiglio e un po’ di bizzarria sono portati da una strana coppia. Sono Rupert Porson e la compagna Nialla: un guitto che recita spesso quando parla e una maliarda dai capelli rossi, burattinai di fama televisiva, con il loro furgone pieno di marchingegni teatrali e marionette. Ma che ci fanno i due in quell’angolo di tradizione incastrato nella campagna inglese anni Cinquanta? Davvero sono lì solo per recitare Il fagiolo magico in parrocchia? A Flavia basta un’ombra di mistero per eccitarsi e le sue due passioni convergenti del delitto e della chimica trovano uno sfogo comune. E infatti è la chimica a offrirle il primo spunto per le sue scoperte indiscrete e curiose. Fuggendo ad ogni momento dal maniero semirovinato, dove il suo tempo trascorre tra il laboratorio, un litigio con le sorelle e un tè con il padre, incontra strane persone: una matta che gira per il bosco e sembra conoscere segreti, un tedesco ex prigioniero di guerra bello come un dio; orecchia di nascosto sospette conversazioni; apprende dal dolore insano di una madre la storia di un bambino morto impiccato. Fino a che si trova ad essere spettatrice di un’altra, clamorosa, morte, carica di un sinistro simbolismo, continuazione forse di un più antico enigma.
«È normale a 11 anni essere inaffidabile», ma stavolta Flavia rischia grosso.

18/2020
Sfida personale 75. un libro Sellerio

Ho imparato che le cose non sempre sono come sembrano, e che a volte scavando escono delle verità che venivano nascoste.

domenica 3 maggio 2020

Confidenza

Confidenza
Domenico Starnone
Einaudi
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Per il mese di marzo della sfida #ioleggoeinaudi su Instagram il libro proposto é "Confidenze" di Domenico Starnone, scrittore che non conosco.
Prima di prendere il libro, come faccio sempre, mi sono informata su di lui e ho scoperto che questo era il terzo libro di una sua trilogia sentimentale ideale, anche se i libri non sono collegati fra di loro.
Decido di cominciare dal primo "Lacci", poi di leggere "Scherzetto" prima di dedicarmi a "Confidenze".
I libri non sono lunghissimi, e io, come molti altri ho parecchio tempo visto che dal 29 febbraio sono a casa.
Grave errore!
Sto ancora trascinando "Lacci" e ho letto il libro del mese durante gli ultimi giorni per poter partecipare alla discussione.

Il libro in se non mi é dispiaciuto, ma non ho amato moltissimo i personaggi, mi sono sembrati tutti egocentrici ed egoisti.
In tutto il libro non ho fatto il tifo per nessuno di loro.
Parecchi argomenti trattati mi sono piaciuti e rispecchiano anche il mio modo di vedere come dovrebbe essere la scuola del giorno d'oggi: dare ad ognuno la stessa possibilità di apprendere, non lasciandosi frenare dalla situazione economica o dalla situazione di preparazione in partenza.

Mi ha fatto molto piacere leggere questo libro con una lettura di gruppo perché mi ha dato la possibilità, tramite la discussione finale, di capire parecchie finezze che non avrei apprezzato cosi tanto leggendolo da sola, come ad esempio la famosa "Confidenza" che da il titolo al libro.

Trama dal sito dell'editore:
Pietro vive con Teresa un amore tempestoso.
Dopo l’ennesimo litigio, a lei viene un’idea: "raccontami qualcosa che non hai mai detto a nessuno – gli propone -, raccontami la cosa di cui ti vergogni di più, e io farò altrettanto. Cosi rimarremo uniti per sempre."
Si lasceranno, naturalmente, poco dopo. Ma una relazione finita è spesso la miccia per quella successiva, soprattutto per chi ha bisogno di conferme.
Così, quando Pietro incontra Nadia, s’innamora all’istante della sua ritrosia, della sua morbidezza dopo tanti spigoli. Pochi giorni prima delle nozze, però, Teresa magicamente ricompare. E con lei l’ombra di quello che si sono confessati a vicenda, quasi un avvertimento: «Attento a te». Da quel momento in poi la confidenza che si sono scambiati lo seguirà minacciosa: la buona volontà poggia sulla cattiva coscienza, e Pietro non potrà mai più dimenticarlo. Anche perché Teresa si riaffaccia sempre, puntualmente, davanti a ogni bivio esistenziale. O è lui che continua a cercarla?

17/2020
Sfida personale 88. Un libro che parla di scuola

Sono una che legge in solitaria, per poi parlare nel bene e nel male dei libri che ho letto con tutti quelli disposti ad ascoltarmi.
Leggere questo libro in gruppo mi ha insegnato la possibilità di cogliere sfumature e significati che durante la lettura non avevo saputo capire e apprezzare.

giovedì 30 aprile 2020

Lettino



Lettino
Martha Medeiros
ed. Beat Edizioni
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Ho un'amica che ha una libreria casalinga fornitissima, sempre disposta a condividere i suoi libri e il suo tempo.
Ci facciamo delle lunghissime chiacchierate, con lei viene facile parlare di tutto, spesso il nostro argomento principale verte sui  libri, di cui ci scambiamo consigli, aneddoti e frasi che ci sono piaciute.
In più di un'occasione mi ha mandato frasi di libri che si riferivano ad una situazione che stavo affrontando.
Mentre le davo una mano a spolverare la sua libreria, rigorosamente in ordine alfabetico e suddivisa per casa editrice, mi ha consigliato questo libro di Martha Medeiros.

Ho sempre saputo che ci si può curare con i libri, o meglio che ci sono dei libri per ogni situazione che stiamo vivendo, perché quando non sto bene faccio fatica a leggere, e ho scoperto che Raffaella é la mia personale farmacista letteraria!
Era il libro giusto al momento giusto, mi é piaciuto molto, mi ha fatto ridere e mi ha commosso, ma soprattutto mi ha fatto riflettere e dare il giusto peso a parecchie cose che avevano caratterizzato i mesi scorsi.

Trama:
Bella, quarantenne, ricca, felicemente sposata, madre di due splendidi figli ormai grandi, la protagonista di questo romanzo non sa bene, alla prima seduta dallo psicanalista, la ragione di questa sua scelta. Ma man mano che le sedute procedono (ogni seduta un capitolo), la sua vita, lentamente, le si sgretola davanti agli occhi. Lo splendido marito è in realtà un amore corroso dal tempo, la sua vita professionale un autentico fallimento, la morte di sua madre un dolore mai superato, l'infanzia una zona nera, la giovinezza un malinteso, la vita sessuale un cimento. Il mondo le crolla addosso intanto che acquista fiducia nel suo psicanalista, e a lui dice cose che non ha mai detto apertamente nemmeno a se stessa, davanti a lui ride e piange disperatamente. Nel corso della terapia si separa, ha un amante deludente, prova gelosia verso la nuova compagna del suo ex marito. E nell'elaborazione di un lutto durato una vita intera, comincia a intravedere uno spiraglio di luce finalmente autentica, dalla quale ripartire per ricostruire sulle macerie del passato.

16/2020
Sfida personale: 9. Un libro consigliato da un'amica

Ho imparato che bene o male nella vita ognuno di noi si porta il suo fardello, e che sta a noi decidere come vogliamo giocarci le nostre carte.

 "Vivo circondata da tante persone, ma non siamo mai noi stessi in presenza di testimoni."

"La domenica é il mio inferno astrale. Dubito che ci sia qualcosa di più tedioso.
E' il giorno per riposare, del pranzo in famiglia, della passeggiata nel parco: la domenica é troppo benevola.
Non c'é la malizia del sabato, né la determinazione del lunedì.
E' un giorno a cavallo del muro, non é un giorno di festa, né di lavoro.
Né li, né qui.
Né più, né meno."

Lutto alle pompe funebri



Lutto alle pompe funebri
Diego Bernasconi
Simona Torriani
ed. Ericlea
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Ho letto questo breve libro divertentissimo dopo "Resto qui" che come ho detto nel post relativo mi ha fatto parecchio riflettere e mi ha lasciato dentro parecchi pensieri.

Ho sorriso e riso parecchie volte, tutta una girandola di malintesi che ruotano attorno ad una famiglia che ha un'impresa di pompe funebri, un romanzo stile Andrea Vitali, ma che mi é piaciuto ancora di più, scanzonato, divertente e nonostante il tema, allegro.
Mi é sembrato di assistere a una commedia dialettale che facevano quando ero piccola e che guardavo assieme ai miei genitori, quelle odierne le trovo molto "insipide" e spesso ci sono attori che parlano italiano.

Trama dal sito dell'editore:
«Adele e Clelia sono le due anziane matriarche della premiata “Onoranze Funebri Bettoni” che da sempre monopolizza la vita – e la morte! – di tutti gli abitanti di un bucolico paesello adagiato sulle prealpi lombarde. Quando però la nera signora viene a bussare alla porta dei Bettoni, presentandosi sotto forma di un cotechino freddo trangugiato a tradimento in una tetra notte invernale, la faccenda comincia a divenire interessante. Vi è poi il mistero inquietante del cadavere della fu Signora Clelia, che sparisce dalla sera alla mattina… Insomma, ecco servite tutte le premesse per una commedia drammaticamente divertente! Tutto il paese non può che meravigliarsi e… mettersi alla ricerca della compianta defunta. Venite a conoscere Enrico, l’erede designato dell’impero necroforo dei Bettoni, la sua dolce metà in dolce attesa, il medico del villaggio che distingue a malapena un essere umano da un vitello, la postina Rita e soprattutto il solerte apprendista becchino Otto da Obwaldo!

15/2020
Sfida personale: 28. Un libro che mi fa ridere

Ho imparato una cosa che in fondo cerco sempre di mettere in atto, spesso nella vita le cose sono facile se le prendiamo con un pizzico di ironia.

domenica 19 aprile 2020

Storia ragionata della sartoria americana del secondo dopoguerra


Storia ragionata della sartoria americana del secondo dopoguerra
Stefano Domenichini
ed. Autori riuniti
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Ho preso questo libro in biblioteca attirata dalla copertina ma anche perché avevo voglia di qualcosa di leggero e di breve.
E ho trovato quello che cercavo.
Il libro si suddivide in tre storie.
La prima, é anche la mia preferita, racconta la vita di un ragazzo ebreo che in America riesce a far strada nonostante debba superare diversi ostacoli, che a volte ha contribuito a creare.
Per puro caso si trova a filmare l'assassinio di John F. Kennedy a Dallas.

Le altre due storie si intitolano "Storia ragionata delle lenti a contatto" e "Storia ragionata degli anni ottanta", che ho trovato meno interessanti della prima ma pur sempre carine.

13/2020
Sfida personale: 78. Un libro per ogni lettera dell'alfabeto D

Ho imparato che Richard Nixon era l'antagonista di JF Kennedy alle elezioni presidenziali del 1960.

Proibito leggere


Proibito leggere
Alan Gratz
ed. Mondadori
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Ho trovato questo libro per ragazzi molto piacevole, l'ho letto a febbraio, ma per una questione di tempo riesco a scriverne la mia recensione.
Devo dire che per una volta il mio ritardo cronico a scrivere le recensioni, dovuto soprattutto alla voglia di tuffarmi in un nuovo libro quando ne finisco uno, é stata una delle cose più significative che potessi fare in termine di post.

La storia racconta di una protagonista che ha qualche problema a relazionarsi con i compagni di scuola  e che anche a casa non riesce mai ad imporsi, l'unica sua isola felice sono i libri.
Un po' come quello che sta succedendo a tutti noi in questo periodo che siamo chiusi in casa, in cui oltretutto hanno chiuso librerie e biblioteche.
Mai come in questo periodo ho potuto capire fino in fondo quello che la piccola Amy Anne deve aver provato quando le hanno portato via la possibilità di rifugiarsi nel nido confortevole che solo i libri le sanno dare, e proprio come lei ho attuato degli stratagemmi per poter continuare a leggere, tipo scambi con amiche, leggere in digitale, rileggere e dare una possibilità a libri che non avrei mai letto.


Trama dal sito dell'editore
Amy Anne ha nove anni, obbedisce sempre ai genitori, non si lamenta mai e non dice mai la sua. Ma quando alcuni libri, tra cui il suo preferito - quello che ha già letto tredici volte e non si stancherebbe mai di rileggere -, vengono banditi dalla biblioteca della scuola perché accusati da una mamma di essere inappropriati, Amy Anne capisce di non poter restare ferma a guardare. Leggere tutti i libri messi all'indice vorrebbe essere il suo silenzioso gesto di protesta, ma altri compagni si uniscono a lei e in breve tempo si trova a gestire segretamente nel suo armadietto una Biblioteca dei Libri Banditi. Quando viene scoperta, Amy Anne e i suoi amici decidono di non arrendersi e contrattaccare: in fin
dei conti, una volta che hai bandito un libro puoi bandirli tutti….


12/2020
Sida personale: 27. Un libro che parla di libri

Ho imparato che in caso di bisogno ci sono sempre delle valide alternative e che bisogna battersi per quello in cui si crede.

giovedì 16 aprile 2020

Insonnia


Insonnia
Tahar Ben Jelloun
ed. La nave di Teseo
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Mentre gironzolavamo tra gli scaffali della libreria, prima che chiudessero, a mia figlia Anastasia salta all'occhio questo libro, leggiamo la trama, sembra interessante, poi ne guardiamo altri, ma questo continua a tornare nei nostri discorsi.
Ad ogni passaggio in libreria era li che occhieggiava, ma per un motivo o per un altro la nostra scelta cadeva altrove.
Poi finalmente l'abbiamo preso.

La trama é surreale, abbastanza lontana dal genere che sono abituata a leggere, anche se ultimamente sto spaziando fra generi e stili a me inusuali.
In questa quarantena sto leggendo diversi libri in parallelo, un classico, uno appena pubblicato, un mattone che trascino e questo libro.
Tutti stili assolutamente distanti fra loro che mi permettono di non perdere il filo della trama.
Questo libro é proprio quello che mi serviva per dare leggerezza alle letture, nonostante il tema di cui si parla sia tutt'altro che leggero e qua e la fra le righe venga più volte accennato all'eutanasia, pratica ancora non legale in parecchie nazioni.
Mi é piaciuto molto anche il finale, forse l'unico possibile, che a distanza di qualche giorno mi fa ancora riflettere, mi piacciono i libri che non mi scivolano via ma che mi alleggiano dentro.

Trama dal sito dell'editore:
Uno sceneggiatore di Tangeri che soffre gravemente di insonnia scopre che per poter finalmente dormire deve uccidere qualcuno. Incomincia da sua madre.
Sembra assurdo, anzi è assurdo – è sempre stato un uomo onesto, rispettoso, gentile – ma solo uccidendo, come in un gioco surreale, guadagna dei punti-sonno.
Per minimizzare il problema, decide di limitarsi a persone già in fin di vita; la sfida è riuscire a essere lì, al loro capezzale, un attimo prima che spirino da sé.
Il protagonista dà così il via a imprese rocambolesche per infilarsi nelle camere di ospedale: si finge infermiere, figlio, parente… è disposto a tutto, pur di essere lì al momento giusto. Quando però si trova a uccidere un vecchio torturatore del regime di Hassan II, il “gioco” ai suoi occhi acquista un nuovo significato: sa di aver fatto giustizia e quella morte gli procura mesi di pace notturna. Più è rilevante la vittima, più ne guadagna il suo sonno.
Lo sceneggiatore, capace di commettere crimini dalla perfezione cinematografica, prende dunque a misurarsi con prede sempre più grosse, in una spirale inquietante di bisogno e violenza. Riuscirà a vincere una volta per tutte l’insonnia? Non ne è affatto sicuro, può bastare un solo errore nella messinscena per far precipitare tutto.




11/2020
Sfida personale: 121. un libro pubblicato nel 2019

Ho imparato che a volte lasciare la strada conosciuta per una sconosciuta può farci avere delle belle sorprese.

mercoledì 15 aprile 2020

Resto qui

Resto qui
Marco Balzano
ed. Einaudi
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Dopo aver letto questo libro, ho capito molto meglio "I bambini di Svevia".
I libri non sono collegati fra di loro, ma "Resto qui" parla delle difficili condizioni in cui vivevano nei paesini di montagna non molti anni fa, e mi é un po' più chiaro il sacrificio che moltissime famiglie fecero di lasciar partire i loro bambini.

La storia é ambientata in un paesino del sud Tirolo, Curon, e ruota attorno alla costruzione della diga che sommergerà il paesino, lasciando affiorare solo il campanile, che é anche l'immagine della copertina del libro.

A parte la costruzione della diga, la storia é romanzata, ma la vicenda di Trina potrebbe essere effettivamente successa.
Un racconto che per me é stato un colpo al cuore, e che, parecchi giorni dopo averlo lasciato sedimentare dentro di me mi lascia ancora parecchie cose su cui riflettere.
Parecchie le tematiche che vengono affrontate, a partire da questa popolazione del Sud Tirolo che per le vicende politiche si ritrova annessa all'Italia ma che parla tedesco, l'avvento di Mussolini che obbliga all'uso dell'italiano, l'emigrazione dal sud Italia al nord per motivi di lavoro, le deportazioni di persone che il regime ritiene "pericolose" per le loro idee, la guerra, l'idea che arruolarsi con Hitler permetterà di essere austriaci, l'espropriazione di villaggi per il bene della nazione.
Ho trovato dolorose tutte queste vicende, inflitte a persone che non chiedevano altro di poter vivere serenamente fra le loro montagne, occupandosi delle loro attività e potendo trasmettere la loro cultura ai loro figli.
Un libro che ho letto dopo "Le otto montagne" di Paolo Cognetti e dopo "I bambini di Svevia", tutti e tre ambientati nelle montagne del nord Italia, una mia personale trilogia di libri da leggere, ognuno di questi tre ha dato un qualcosa in più agli altri.

14/2020
Sfida personale 71. Un libro che mi é stato ispirato da un gruppo di lettura

Cosa ho imparato
Ho imparato che non sempre le cose sono bianche o nere, a volte ci si avvicina a certe ideologie che ci sembrano corrette, ma che solo nel corso degli anni avremo la possibilità di capire in pieno se la scelta era quella giusta o sbagliata.
Prima di giudicare, bisogna essere stati parte della vicenda, cosa facile da fare 60 anni dopo, quando si é a conoscenza dell'effettiva malvagità di un'ideologia.

Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi i miei dolori, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.
Luigi Pirandello

sabato 29 febbraio 2020

I dieci figli che la signora Ming non ha mai avuto


I dieci figli che la Signora Ming non ha mai avuto
Erich-Emmanuel Schmitt
ed. E/O
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Mi sono iscritta all'ultimo momento ad una sfida di lettura su Instagram #viaggiatoritralerighe, il libro di febbraio ha come tema "In Cina per il Capodanno".
Se devo essere sincera, tanto quanto il libro precedente era ambientato nei luoghi dove sono cresciuta, questo appartiene ad una zona che conosco molto poco, a parte aver frequentato qualche ristorante cinese in cui ultimamente vado poco dopo aver scoperto la cucina giapponese.

Anche la letteratura cinese non mi ha mai preso molto.
Ma nel mio carattere c'é sempre la voglia di fare le cose per bene, e così a pochi giorni dalla fine di febbraio, mi inserisco nella sfida e prendendo due piccioni con una fava, comincio questo libro di Erich-Emmanuel Schmitt che era già nella mia lista dei desideri.

Il libro narra della strana amicizia fra la signora Ming, addetta ai bagni degli uomini e il protagonista della storia, che si trovano a parlare dei dieci figli della Signora Ming.

La signora Ming in ogni discorso inserisce delle piccole perle di saggezza che mi hanno ricordato molto "L'eleganza del riccio" e nonostante sia un libro molto breve, circa 130 pagine, ne ho sottolineate parecchie.

Il libro fa parte del "Ciclo dell'invisibile" scritti da Erich-Emmanuel Schmitt:

Milarepa
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
Oscar e la dama in rosa
Il bambino di Noè
Il lottatore di sumo che non diventava grosso
I dieci figli che la signora Ming non ha mai avuto

10/2020
Sfida personale 169. Un libro del ciclo dell'invisibile di Erich-Emmanuel Schmitt

Cosa ho imparato?
Le frasi che la Signora Ming dice nel libro sono massime di Confucio, e sono sempre attualissime e applicabili ai giorni nostri.

    venerdì 28 febbraio 2020

    Le otto montagne


    Le otto montagne
    Paolo Cognetti
    ed. Einaudi
    ****

    Leggo spesso critiche a chi é pro o contro i premi letterari, ma ancora più spesso la gente non é d'accordo con chi vince il premio.
    Per curiosità sono andata a leggere tutti i vincitori del premio Strega, e anche i finalisti, e a parte uno di Simona Sparaco, non ne ho mai letto nessuno.
    Come in tutte le cose che faccio ho deciso di colmare questa lacuna, anche perché ho preso questa decisione dopo aver letto "Le otto montagne".

    Fin dalle prime pagine mi sono sentita immersa nella mia infanzia, mi ha riportato alla memoria tutte le cose che mi facevano, e mi fanno ancora oggi, stare bene: le passeggiate in montagna, l'avvicendarsi delle stagioni, i temporali estivi, il cambio dei colori in vista dell'autunno, le prime nevicate, i primi accenni di primavera, le dighe costruite nei torrenti, le sfacchinate per arrivare al "Popin" dove il premio per la fatica era una vista mozzafiato, cercare di riconoscere gli alberi dalle foglie e dai tronchi, le capanne nei boschi, i frutti dati dalla natura e mangiati direttamente dall'albero, meravigliarsi davanti gli animali selvatici, le chiacchere attorno al fuoco, i pranzi semplici, giocare a carte per ore, bere il latte appena munto, vedere un vitellino appena nato, mio nonno che ci insegnava a riconoscere i nidi e che ci spiegava gli eclissi, imparare tutto sulle api e aiutare nella preparazione del miele, fare la legna, aiutare nella fienagione.
    Passavo le giornate in compagnia dei miei fratelli e cugini allo stato brado, l'unica regola era "non farsi male".
    Ho trovato questo libro di una semplicità ammaliante, talmente coinvolgente da farmi provare le stesse sensazioni di benessere che provavo allora, gli stessi profumi che mi riempivano il cuore, la stessa felicità.
    Mi é sembrata una poesia dalla prima all'ultima parola, molto ben scritto, delicato, da cui si evince la forza che si può trarre dalle proprie radici.

    09/2020
    Sfida personale: 58. un vincitore del premio Strega

    Cosa ho imparato?
    Ho imparato che le montagne sono parte della mia vita, che essere cresciuta a stretto contatto con la natura é stata una grande fortuna e mi ha dato la possibilità di vivere cose di cui gli altri possono solo leggere e ho avuto la conferma che i veri piaceri della vita sono veramente a portata di mano.

    giovedì 27 febbraio 2020

    I bambini di Svevia


    I bambini di Svevia
    Romina Casagrande
    ed. Garzanti
    ****

    Penso che questo sia un po' il libro del momento, lo si vede ovunque, e diversi blog ne parlano, e nonostante io di solito ci metto molto di più a dare fiducia ad un libro, devo dire che non appena l'ho visto fra i "nuovi acquisti" in biblioteca l'ho preso subito.
    Non mi sono nemmeno fatta spaventare dalle 400 pagine circa e dal poco tempo a disposizione in quanto il libro é prenotato per fine febbraio.
    In effetti dopo aver letto per anni libri anche molto voluminosi, il blocco della lettrice sono riuscita ad arginarlo in parte scegliendo libri non troppo copiosi e in parte comprando degli occhiali da lettura, ma questa é un altra storia...

    Fin dalle prime pagine il libro mi ha preso benissimo, la storia della piccola Edna arrivata in una fattoria della Svevia a dieci anni, intrecciata con la Edna di oggi, quasi novantenne mi ha tenuta incollata in ogni momento libero.
    Il suo viaggio con Emil, uno spennacchiato papagallo che aveva salvato con Jacob quando erano tutti e due bambini, é stato anche il mio viaggio, grazie alla cartina disegnata sulla copertina ho potuto essere al suo fianco, come se stessi leggendo la sua di mappa.
    Ho amato i protagonisti che man mano le si affiancavano, e mi sono anche un po' ritrovata in questa Edna anziana, in quanto spesso mi piace parlare con le persone che incontro e che non conosco, quasi sempre ne escono piccoli spaccati di vita che mi fanno conoscere le persone sotto altri aspetti e che mi fanno capire che dietro ognuno di noi c'é una storia, un vissuto.

    Mi ha solo lasciata un po' perplessa il finale del libro, che non svelerò per non anticipare nulla a chi non ha ancora letto, ma l'ho trovato un po' controcorrente rispetto a tutta la storia.
    Nonostante questo, rimane di sicuro uno di quei libri che vorrei far leggere a tutti!

    08/2020
    Sfida personale: 99. un libro con uno o più bambini protagonisti
    Foto: Parco giochi del Parco Ciani, Lugano

    Cosa ho imparato?
    Sono venuta a conoscenza della storia dei bambini di Svevia, una pagina dolorosa nel passato di molte famiglie, di cui non avevo mai sentito parlare.

    domenica 23 febbraio 2020

    Libri in transito

    foto presa da qui.
    Ho deciso di riprendere e aggiornare queste mie tradizione che avevo qualche anno fa.
    Ogni settimana, normalmente la domenica, ma non per forza, aggiornerò la lista dei libri che stanno transitando in casa, questo più che altro per tenere d'occhio "lo spaccio" di libri a cui sono molto volontariamente sottoposta.
    1. Libri presi in biblioteca
    • "Le otto montagne" di Paolo Cognetti
    • "L'incredibile cena dei fisici quantistici" di Gabriella Greison
    2. Libri ricevuti in prestito
    • "Insonnia" di Tahar Ben Jelloun
      3. Libri acquistati

      4. Libri in procinto di partire
      • "I bambini di Svevia" di Romina Casagrande
      • "La chiave segreta e il mistero che svelò" di Louisa May Alcott
      5. Libri partiti durante la settimana
      6. Libri letti
      • "I bambini di Svevia" di Romina Casagrande
      • "La chiave segreta e il mistero che svelò" di Louisa May Alcott
      7. Libri in lettura
      • "Le otto montagne" di Paolo Cognetti
      • "Insonnia" di Tahir Bel Jelloun

      E voi? di quali libri vi siete arricchiti questa settimana ? E quali avete lasciato liberi?

      venerdì 21 febbraio 2020

      Le follie di Brooklyn



      Le follie di Brooklyn
      di Paul Auster
      ed. Einaudi
      ****

      In tutta la mia vita non ho mai riletto un libro, o se l'ho fatto non me lo ricordo.
      Negli ultimi tempi mi é successo tre volte!
      Il motivo per cui non rileggo mai, é che ho talmente tanti libri che non vedo l'ora di leggere che mi spiace "perdere tempo" su qualcosa di cui conosco già la trama.
      Ma se devo essere sincera, per tutti e tre i libri, non mi é sembrato di aver perso tempo, anzi, ho ritrovato luoghi e persone che mi avevano fatto star bene.

      Un mesetto fa ho aperto la pagina di Timo e rosmarino su Instagram e da subito ho trovato una marea di persone che come me ama i libri, e come se ce ne fosse bisogno ho allungato a dismisura la mia notevole lista di libri dei desideri.
      Fra questi nuovi ispiratori, sono incappata nel gruppo #ioleggoeinaudi che propone di leggere un libro edito da Einaudi al mese.
      Questo l'elenco:

      Febbraio: "Follie di Brooklyn" di Paul Auster
      Marzo: "Confidenze" di Domenico Starnone
      Aprile: Novità 2020
      Maggio: "I miei genitori non hanno figli" di M. Marsullo
      Giugno: "L'animale morente" di P. Roth
      Luglio: Novità 2020
      Agosto: "Il treno dei bambini" di V. Ardone
      Settembre: "Almarina" di V. Parrella
      Ottobre: Novità 2020
      Novembre: "Persone normali" di S. Rooney
      Dicembre: "Norvegian wood" di H. Murakami

      Ho deciso di iscrivermi perché diversi dei titoli proposti erano già nella mia lista dei desideri, ma anche perché altri sono un po' fuori dalla mia comfort zone, cosa che spesso mi ha permesso di scoprire scrittori a cui non avre mai dato delle possibilità, ma che poi mi hanno piacevolmente sorpreso.

      Il primo libro proposto é appunto "Le follie di Brooklyn" che ho letto a fine 2016 e che mi era piaciuto moltissimo.
      Avevo deciso di cominciare da marzo, ma poi visto che avevo ancora il libro, ho deciso di leggerne qualche pagina al giorno, per rinfrescarmi la memoria e per poter partecipare alla discussione a fine mese.
      Pensavo di diluirlo fra i libri che ho in lettura, invece le poche pagine previste al mattino con la prima tazza di te sono diventate parecchie e l'ho (ri)letto in pochi giorni.
      Mi é piaciuta la storia, l'ironia di Paul Auster, la descrizione dei personaggi e il suo stile di scrittura.
      Mi sono chiesta spesso perché  non ho letto altri libri suoi in questi tre anni, ma di sicuronon lascerò passare altri tre anni.

      07/2020
      Sfida personale: 118. Un libro che ho già letto

      Cosa ho imparato?
      Che rileggere i libri può essere molto piacevole

      giovedì 20 febbraio 2020

      L'amore è un difetto meraviglioso

      L'amore è un difetto meraviglioso
      di Graeme Simsion
      pag. 303
      Ed. Longanesi
      ****

      Ho amato moltissimo questo libro.
      Don é un professore universitario che vive la sua vita seguendo degli schemi rigidi da lui stesso stabiliti, e dove c'é poco spazio per l'improvvisazione.
      Le sue giornate sono regolate come un orologio da quello che deve fare e quello che deve mangiare.
      Don dice sempre quello che pensa, cosa che gli crea parecchi problemi a socializzare, in effetti ha solo due amici, ai quali comunque creerà problemi per la sua schiettezza.
      Un giorno decide di intraprendere "Il progetto moglie", ma non sarà facile trovare una persona che viva secondo i suoi schemi, per questo motivo stila tutto un elenco dei requisiti che la futura moglie deve avere, peccato o per fortuna che nella vita le cose non sempre vanno come si programmano e Don incontra Rosy, dando il via a tutta una serie di circostanze divertenti.
      Don riuscirà a incanalare Rosy nella sua routine o sarà piuttosto Rosy ad incasinare la vita di Don?

      Penso che Don, come Stoner e Elianor Oliphant sia uno di quei personaggi che mentre leggi il libro lo ami, lo odi, ti fa arrabbiare, ma poi se ti metti nei loro panni capisci che per loro, come per milioni di altre persone, la vita é una strada in salita, e alla fine del libro ti sembra di aver conosciuto un nuovo amico e ti dispiace lasciarlo andare.

      Cosa ho imparato?
      Nella vita si possono fare mille piani e programmi, ma non si sa mai se effettivamente andranno come previsto.


      mercoledì 19 febbraio 2020

      Il socio

      Il Socio
      John Grisham
      ed. I Miti
      ****

      Recensione molto, ma molto vecchia.
      Da quando mi ricordo ho sempre avuto un libro nella borsa, passo parecchie ore al giorno sui mezzi pubblici, o in attesa dei mezzi pubblici e per ingannare l'attesa leggo.
      Mi ricordo che parecchi anni fa, avevo finito un libro, ma considerando che ne avevo parecchi a casa in attesa, mi dispiaceva comprarne dei nuovi.
      Di ritorno da una visita in ospedale a mia nonna, con parecchio tempo da aspettare prima di rientrare a casa, a pochi giorni dalla nascita della mia prima figlia, entro in un'edicola, che all'epoca vendeva ancora prevalentemente riviste e racconto all'edicolante che per la prima volta da diverso tempo ero rimata senza il "sostegno" di un libro.
      Lui mi fa vedere una nuova serie di libri appena usciti, se non sbaglio in edizione ultraeconomica, e ne scelgo due, uno di Rosamunde Pilchner e l'altro "Il socio" di John Grisham.
      Comincio subito il primo, carino, ma dopo averne letti altri due di questa scrittrice, mi accorgo che non mi appassiona come dovrebbe, trovo il suo stile di scrittura un po' troppo descrittivo e mieloso, oltrettutto i libri mi sembrano tutti simili.
      L'altro libro, quello di Grisham, lo comincio il giorno prima di avere mia figlia, mi prende talmente tanto che non riesco a staccarmene, lo infilo nella borsa dell'ospedale e lo leggo voracemente in quei giorni bellissimi, tra le numerosi visite e le coccole alla mia piccola che dormiva moltissimo.

      Da quel giorno é nato il mio amore per John Grisham, che mi ha portato a leggere moltissimi suoi libri, anche se non tutti, per variare un po' le mie letture.
      Ne ho parecchi suoi che non ho ancora letto, ma che sono li in paziente attesa.

      Di sicuro uno scrittore molto prolifico, forse quello di cui ho letto di più, da parecchi suoi libri sono stati tratti film, che ho guardato solo dopo averli letti.
      Oggi, a distanza di poco più di 24 anni, posso affermare senza ombra di dubbio che é lo scrittore al quale sono rimasta più fedele, e che continuerò a seguire.
      Per parecchi anni, ogni anno al mio compleanno ricevevo il suo ultimo libro, che ovviamente divoravo in un attimo.

      Cosa ho imparato?
      A volte dare una chance ad uno scrittore sconosciuto o a un genere a noi inusuale può portare ottime sorprese.

      martedì 18 febbraio 2020

      La chiave segreta e il mistero che svelò

      La chiave segreta e il mistero che svelò
      Louisa May Alcott
      ed.
      ****

      In questo periodo in cui tutti sono in lettura o rilettura del classico per antonomasia, Piccole Donne, ho trovato in biblioteca questo libricino di Louisa May Alcott, che racconta una storia breve, pubblicata recentemente ma scritta nel lontano 1867.
      La storia é carina, ambientata in Inghilterra in quegli anni e un mistero fa da sfondo a questo piccolo racconto che si legge in fretta.
      Mi é piaciuto il fatto che fino all'ultimo il mistero sembra abbastanza evidente, ma un piccolo colpo di scena alla fine cambia le carte in tavola.

      06/2020
      Sfida personale: 81. un libro scritto fra il 1700 e il 1900 (1867)
      Foto Foce del Cassarate, Parco Ciani, Lugano

      lunedì 17 febbraio 2020

      Un uso qualunque di te


      Un uso qualunque di te
      Sara Rattaro
      Ed. Giunti

      Ancora una volta Sara Rattaro si conferma una scrittrice in grado di catturarmi fin dalla prima riga.
      Amo moltissimo i suoi libri, mi piace moltissimo il suo stile, ma soprattutto mi piacciono gli argomenti che tratta, vita vera, fatti che possono succedere ad ognuno di noi, situazioni in cui la gente si rispecchia veramente.
      Sa trattare temi delicatissimi in maniera davvero interessante, spesso facendomeli vedere da un altro punto di vista.

      Trama
      Viola é la moglie di Carlo, che ha sposato ma che non ha mai amato veramente e che si prende i suoi spazi frequentando altri uomini.
      Viola é la mamma di Luce, che lei ama, ma che non sente come realmente sua, in quanto fa fatica ad entrare nel rapporto speciale che Luce ha con Carlo e si sente spesso come se lei fosse il terzo incomodo.
      Fino al momento in cui Carlo la chiama e le chiede di raggiungerlo all'ospedale, mentre lei é fra le braccia del suo amante del momento.

      04/2020
      Sfida personale: 23. un libro di una scrittrice che mi piace moltissimo

      domenica 16 febbraio 2020

      Libri in transito


      foto presa da qui.
      Ho deciso di riprendere e aggiornare queste mie tradizione che avevo qualche anno fa.
      Ogni settimana, normalmente la domenica, ma non per forza, aggiornerò la lista dei libri che stanno transitando in casa, questo più che altro per tenere d'occhio "lo spaccio" di libri a cui sono molto volontariamente sottoposta.
      1. Libri presi in biblioteca
      • "Storia ragionata della sartoria americana nel secondo dopoguerra" di Stefano Domenichini
      • "Germaine Johnson odia il martedì" di Kaherine Collette
      • "La vita in un istante" di Gabrielle Zevin
      • "Lacci" di Domenico Starnone
      • "Scherzetto" di Domenico Starnone
      • "La morte non é una cosa da ragazzine" di Alan Bradley
      2. Libri ricevuti in prestito
      • "Lutto alle pompe funebri" di Diego Bernasconi e Simona Torriani
      • "La promessa" di Friederich Dürenmatt
      • "Lettino" di Martha Medeiros
      • "Zia Mame" di Patrick Dennis
      3. Libri acquistati

      4. Libri in procinto di partire
      • "La donna é un'isola" di Audur Ava Olafsdottir
      5. Libri partiti durante la settimana
      • "Ti cucino per le feste" di Eleonora Postizzi (restituito alla biblioteca cantonale)
      • "Flavia de Luce e il delitto nel campo di cetrioli" di Alan Bradley (restituito alla biblioteca cantonale)
      • "Un uso qualunque di te" di Sara Rattaro (restituito alla biblioteca cantonale)
      • "La baracca dei tristi piaceri" di Helga Schneider
      • "Morte di uno scrittore" di Hakan Nesser
      6. Libri letti
      • "La baracca dei tristi piaceri" di Helga Schneider
      • "Un uso qualunque di te" di Sara Rattaro
      • "Morte di uno scrittore" di Hakan Nesse
      In lettura "I bambini di Svevia" di Romina Casagrande e vari altri cominciati e messi in attesa di ispirazione.

      E voi? di quali libri vi siete arricchiti questa settimana ? E quali avete lasciato liberi?

      venerdì 14 febbraio 2020

      Morte di uno scrittore




      Morte di uno scrittore
      Håkan Nesser
      Guanda
      ***/****

      Bellissima inziativa della Biblioteca Cantonale di Lugano.
      L'anno scorso la mese di dicembre hanno messo un tavolo all'entrata della biblioteca, con tantissimi libri impacchettati in carta da giornale e con una breve descrizione, separati per argomento.
      L'etichetta, molto carina e natalizia diceva "Prendi un libro al buio, mettilo sotto all'albero e spacchettalo a Natale", e così ho fatto.

      La Biblioteca della città si trova di fianco al liceo, avvolta nel bellissimo Parco Ciani, più di una volta dopo aver ridato i libri che ho letto, e averne presi in prestito dei nuovi, mi siedo fuori su una delle panchine a leggere.
      E' una biblioteca molto attiva, fanno diverse serate, incontri e conferenze.
      Al primo piano c'é sempre una mostra a tema, e nel piano riservato al prestito ci sono parecchi tavoli e postazioni di lavoro, un'emeroteca  fornitissima con distributori di bibite, ed é sempre molto frequentata dagli studenti del liceo
      Le mie cose preferite della biblioteca sono il corridoio di questo piano, in cui ci sono delle vetrine e ogni volta sono dedicate ad un argomento, ad esempio questa settimana il tema é "Le donne che hanno avuto un ruolo di rilievo nell'arte", l'altra cosa che mi piace molto é la libreria posta all'entrata in cui sono esposti i nuovi arrivi.
      Il personale é cordialissimo, e il prezzo veramente irrisorio della tessera per poter accedere al prestito da la possibilità a tutti di poter prendere libri in prestito,.
      La tessera costa Fr. 20.--, circa 18 euro, e dà diritto al prestito di libri per tutta la vita, massimo 10 libri per volta per un massimo di tre mesi per ogni libro.

      Dopo questo incipit poco breve, vi parlo del libro che c'era all'interno del mio pacco sorpresa.
      Avevo scelto dalla sezione "gialli nordici", quindi andavo un po' sul sicuro perché é un genere che mi piace sempre.
      Mi é capitato "Morte di uno scrittore" di Hakan Nesser, altro scrittore che mi é stato consigliato recentemente, e l'ho preso come un buon segno.
      Il libro mi é piaciuto, la storia abbastanza scorrevole e ci sono due racconti intrecciati, la morte del famoso scrittore di cui si parla nel titolo e la sparizione della moglie del traduttore dello scrittore, queste due cose sommate mi hanno spinto ad andare avanti.
      Ma, perché c'é un ma, a volte non capivo in che momento e dove era ambientato il paragrafo che stavo leggendo, e anche se alla fine a grandi linee si intuisce cosa é successo e cosa decide di fare il traduttore, non se ne ha la certezza, il tutto lasciato, secondo me alla nostra immaginazione.
      Ho trovato anche un po' noiose le parti in cui veniva citato il nuvo libro dello scrittore, parti essenziali per poter risolvere il mistero della sua morte.

      Riassumendo, un libro piacevole ma che mi ha lasciato con qualche perplessità, di sicuro leggerò altro di questo scrittore, soprattutto per capire se questo é il suo stile solito o se negli altri libri le cose sono più definite.

      05/2020
      Sfida personale: 168. un libro al buio

      lunedì 27 gennaio 2020

      La baracca dei tristi piaceri


      La baracca dei tristi piaceri
      Helga Schneider
      ed. Salani
      pag. 205


      Avevo preso nota di questo libro già parecchio tempo fa, e durante una visita in un posto dove vendono libri di seconda mano, lo trovo,  a prima vista sembra nuovissimo, non posso fare a meno di prenderlo e aggiungerlo alla miriade di libri che ho in attesa di essere letti.

      Decido di leggere questo libro in occasione della giornata della memoria, cosa che cerco di fare ogni anno.

      Di primo acchito, l'approccio mi lascia un po' basita, perché parallela alla storia di Frau Kiesel, ragazza tedesca e cattolica che viene portata a Buchenwald a causa della sua relazione con un ragazzo nato in una famiglia cattolico-ebraica, si snoda la storia di Sveva, la giornalista di origine tedesca e di Marco, suo amico italiano che vive e lavora a Berlino.
      Questo intreccio di storie, sulle prime mi ha dato un po' fastidio, ma mentre il racconto va avanti, trovo che riesca a stemperare l'orrore che Frau Kiesel ha vissuto.

      Inaspettatamente, e con mio sommo piacere, la storia attuale é ambientata nella mia adorata Berlino,  mentre descrive dove vanno e quello che fanno, mi sembra di essere li accanto, di passare per caso davanti ad un bar e di vederli li, seduti che si raccontano a vicenda le loro cose.

      Trama
      Sveva é a Berlino per parlare del suo recente libro, il suo primo libro, e durante una presentazione viene avvicinata da Frau Kiesel, che pian piano le racconta l'orrore vissuto nel Sonderbau di Buchenwald, il bordello all'interno del campo di concentramento.


      3/2020
      Sfida personale
      119. un libro che parla di fatti realmente avvenuti

      La giornata della memoria

      Mettendo ordine nei vecchi post, ho trovato questo che avevo scritto parecchi anni fa, e che non ho mai pubblicato, non so se per pudore, o per quale altro motivo.
      Rileggendolo mi accorgo che purtroppo é sempre attualissimo, storie di razzismo sono ancora oggi all'ordine del giorno, per questo motivo ho deciso di pubblicarlo.
      Sono consapevole che non servirà a cambiare la mentalità di chi fomenta l'odio, e non redimerà di sicuro nessuno che ha idee razziste, ma io, nel mio piccolo ringrazio perché le mie radici mi hanno permesso di essere la persona che sono e mi auguro di aver trasmesso questi miei ideali anche alle mie figlie.

      Domenica 27 gennaio, come tutti gli anni era la giornata della memoria.
      Ogni anno la si ricorda sui blog, in facebook, sui giornali.
      Alla televisione domenica, sia nel pomeriggio che in serata, c'era l'imbarazzo della scelta sui film o documentari che parlavano della Shoà.
      Ci sono parecchi libri che parlano di questo tema, la cosa che più mi ha colpito è che la biblioteca della scuola media ne sia piena.
      Una mamma mi ha raccontato che la sua figlioccia di quarta elementare ha avuto quest'anno come testo di lettura "Il bambino con il pigiama a righe"
      Mi chiedo se a quest'età, con i privilegi che hanno al giorno d'oggi, possano rendersi conto della portata di questa tragedia, come forse non riusciamo nemmeno noi quarantenni-cinquantenni a capire fino in fondo.
      Parlando con alcune ragazze dell'età di mia figlia maggiore, 17-18 anni, ho come avuto l'impressione che sia per loro una materia di storia, come la rivoluzione francese o quella russa, qualcosa che hanno imparato sui libri di scuola.
      Nel mio piccolo dico che è giusto ricordare, ma mi rendo anche perfettamente conto che in questi quasi 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale non abbiamo imparato niente (intendo noi come umanità in generale) in quanto in parecchie, troppe!, parti del mondo si stà ancora combattendo.

      Cosa vuol dire per me la seconda guerra mondiale?
      Vuol dire una parte di famiglia che non c'è, che non ho mai conosciuto e di cui ho ricevuto solo qualche breve accenno.
      Vuol soprattutto dire una grossa curiosità per questa mia parte mancante : chi erano ? cosa facevano? ma principalmente cosa è successo?

      Parto dall'inizio di questa storia tragica, che poi si è trasformata in una storia d'amore.
      Mio nonno Pawel è nato nel 1908 in un paesino sul confine fra Polonia, Ucraina e Bielorussia, a seconda del periodo storico il suo paese apparteneva ora a una ora all'altra nazione.
      Quando aveva poco più di 30 anni tutta la sua nazione cominciava ad essere sotto il dominio di Hitler, e lui decise di raggiungere un fratello che lavorava in un ristorante in Francia.
      Arrivato alla dogana Svizzera venne fermato e condotto in un campo di lavoro a Losone, dove conobbe mia nonna che viveva e studiava presso una famiglia di Locarno.
      Nel 1943 nacque mio zio Paolo, ma mio nonno era sempre internato nel campo di lavoro, e ben presto fu trasferito vicino a Zurigo.
      Conservo ancora diverse lettere molto struggenti che scriveva a mia nonna, nel frattempo tornata a vivere con il bimbo presso i genitori, nelle quali le chiedeva notizie su di lei e sul loro bambino che aveva avuto l'occasione di vedere pochissimo.
      Finita la guerra, si sono sposati, e mio nonno è diventato per tutta la gente della zona "ol polacc", il polacco, riuscendo a farsi benvolere da tutti, cosa forse non facilissima se si pensa che era uno dei pochissimi stranieri di tutta la zona.
      Uomo di grande cultura, parlava parecchie lingue e faceva il calzolaio, non so se per formazione o se per scelta.
      Ben presto la famiglia aumentò, fino ad avere 8 figli, da quello che raccontano loro era un padre meraviglioso.
      Da parte mia posso solo dire che era un nonno fantastico, sono stata la prima nipote e nonostante siano passati parecchi anni da quando non c'è più, me lo ricordo ancora come se fosse stato ieri.
      Della sua vita prima di arrivare in Svizzera le notizie sono pochissime, nemmeno a mio nonna, sua moglie, aveva raccontato granchè.
      So la zona da dove veniva, ma non il nome esatto del paese, so che la sua mamma si chiamava Anna e così ha chiamato la sua prima figlia femmina, so che aveva fratelli e sorelle ma che non ha mai preso contatto con loro dopo la guerra, e questo secondo me voleva dire che sapeva che non c'era nessuno da contattare.
      Parlava in francese con mia nonna, in tedesco con i figli e in un italiano un po' così con noi nipoti.
      Parlava polacco solo con gli amici polacchi che erano stati con lui nei campi di lavoro, ricordo Cazimiro e altri due, di cui purtroppo ho scordato il nome e ricordo padre Bernardo che ha sposato i miei genitori.
      Quando mia mamma rimase incinta di me a 18 anni, lui le disse che per lui non era un problema, aveva cresciuto 8 figli era disposto a crescerne ancora, e che lui l'avrebbe sempre aiutata, e così fece visto che ho passato i miei primi tre anni trascorrendo tutta la giornata con mio nonno visto che i miei genitori lavoravano, poi ho cominciato l'asilo, ma ho passato i successivi due anni e mezzo in sua compagnia appena potevo.
      Sono nata in una famiglia molto numerosa, mia mamma aveva 7 fratelli e mio papà 4, e tra zie, zii e cugini siamo sempre stati una flotta.
      Quando ero piccola mi chiedevo com'era possibile che lui fosse solo, ma forse notando una sua ritrosia a parlare del "prima" evitavo di chiedere.
      A quell'età comunque non avevo ancora tutta la voglia di sapere che ho adesso.
      E dopo, quando chiedevo a mia nonna perché lei non avesse insistito per sapere mi rispondeva con una frase che le diceva sempre lui :
      "Non è che voglio dimenticare, ma fa troppo male ricordare".

      Questa frase mi fa molto male e mi chiedo cosa non voleva ricordare, anche se lo posso immaginare, cosa ha dovuto vedere, sopportare?
      Cosa ha dovuto abbandonare per sopravvivere?

      sabato 25 gennaio 2020

      Una cosa piccola sta per esplodere

      Una cosa piccola sta per esplodere
      Paolo Cognetti
      ed. Minimum fax
      pag. 158
      ****

      Mi è piaciuto molto andare a spasso per New York nel primo libro di Cognetti, e quando ho trovato in una libreria dell'usato altri due suoi libri non ho esitato a prenderli.

      E' una raccolta di racconti, genere che amo molto ma che leggo purtroppo poco, che ruotano attorno al periodo dell'adolescenza.
      Amo molto lo stile di questo scrittore, lo trovo scorrevole e accattivante.

      Pelleossa
      Il primo racconto è ambientato in una clinica Svizzera per ragazze ricche malate di anoressia, una di questi negli scorsi anni ha fatto molto discutere per il metodo poco ortodosso impiegato con le pazienti.
      La protagonista principale è Margot, ormai veterana del gruppo e capobranco grazie alla posizione conquistata dopo diverse estati passate in questo luogo, alla quale viene chiesto di aiutare la nuova arrivata Lucia a studiare.
      Si lascia intendere dietro a queste ragazze la mancanza di una famiglia, o meglio il disinteresse che i genitori hanno nei loro confronti, per esempio non tutti fanno visita alle ragazze nell'unico giorno consentito durante l'estate, o anche proprio il fatto che queste ragazze vengano messe durante i periodi estivi in cui la scuola è chiusa, in un istituto lontano da casa, quasi a volerle tenere fuori dalla vita quotidiana di questi genitori troppo impegnati, in modo che possano cosi non dover pensare a queste figlie cosi impegnative e non perfette come le vorrebbero.
      Ho trovato questo racconto molto bello, ma anche duro e toccante.

      Pubblico questa recensione personale dopo parecchio tempo e non so bene il perché. Mi ricordo di aver letto questo libro, ma non ricordo i racconti in dettaglio, per questo motivo lascio le valutazioni che avevo espresso nella bozza, perché non me le ricordo.

      La meccanica del motore a due tempi 5/5
      La figlia del giocatore 3/5
      La stagione delle piogge 3/5
      Tutte le cose che non so di lei 4/5

      La donna é un'isola



      La donna é un'isola
      Audur Ava Olafsottir
      pag. 272
      Ed. Einaudi
      ****

      Avevo letto della stessa scrittrice "Rosa candida" e mi era piaciuto moltissimo, e come avevo scritto nella brevissima recensione, mi aveva fatto venir voglia di leggere altri libri sull'Islanda.

      Poi, si sa, i libri che vogliamo leggere sono molti, il tempo scarseggia, e io da parte mia da alcuni anni sto cercando di ampliare i miei orizzonti libreschi.

      Ma poi succede che come in un allineamento dei pianeti, accadono delle piccole cose che prese individualmente non voglio dire nulla, ma lette tutte assieme portano nel subconscio qualcosa di non dimenticato, ma solo di parcheggiato li in attesa che venisse di nuovo a galla, evocando nella nostra mente il piacere che abbiamo provato nel fare una determinata cosa, e la voglia di provare nuovamente la stessa sensazione.

      Capita che nella biblioroulotte parcheggiata a due passi da casa, prendo al volo un libro piccolo, non voluminoso, ma che si presta bene alla fatica che provavo nel leggere alcuni mesi fa e che di sicuro mi impediva di affrontare libri corposi e complessi.
      Il libro é "L'angelo di neve " di Ragnar Jonasson, guarda caso ambientato in Islanda.
      Per caso ne parlo con una mia carissima amica, in compagnia di suo figlio che la prende bonariamente in giro per la sua passione per questo scrittore, e ci diciamo di come sarebbe bello trasferirci in Islanda.
      In tutte le libreria fa bella mostra di se "Miss Islanda" di Audur Ava Olafsdottir, altro piccolo segno.
      Mentre sono a spasso nel bosco, incontro una coppia di cugini di mio papà, facciamo un tratto di strada assieme parlando di libri, parliamo di vari scrittori, poi entrambi mi consigliano questa scrittrice, invitandomi a passare da loro per prenderli in prestito.
      Mentre riconsegno alcuni libri in biblioteca, c'é esposto un altro suo libro "Hotel Silence", inutile dire che mi fiondo alla lettera O dello scaffale letteratura tradotta per dare un occhiata, consapevole che non sarà solo un'occhiata e rimanendo profondamente delusa perché non ce n'é nemmeno uno, grazie alla gentilezza del bibliotecario ho scoperto che sono classati sotto la lettera AU, cosa che mi lascia parecchio perplessa e che non ho ancora approfondite, ma che terrò presente settimana prossima quando andrò a riconsegnare.
      Di ritorno dalla biblioteca, sul bus, chiacchiero con Cristiano, grande lettore che sa sempre darmi delle ottime dritte, e scopre che anche lui sta leggendo la stessa scrittrice.

      Ha nutrito la mia voglia di Islanda, ma non l'ha saziata, anzi mi ha fatto venir voglia di continuare a leggere libri ambientati in questa isola.

      Ho inserito questo libro al numero 15. della mia sfida personale sotto la voce "un libro in cui mi rispecchio nella protagonista" perché l'ho trovata molto affine a me, dalla passione per le lingue alla voglia di conoscere all'impulsività, ma anche per il corso lievemente parallelo vissuto da lei che assomiglia un po' alla situazione che sto attraversando o che mi sto lasciando alle spalle.

      Trama dal sito dell'editore (Einaudi)
      Prendete una pianista incinta di due gemelle, un bambino un po' geniale e una poliglotta che fa cose strane. Mescolateli con un marito desideroso di paternità, un veterinario che gira con un falcone in gabbia e un uomo misterioso che conosce il linguaggio dei segni. Farcite con tre pesci rossi, una vincita alla lotteria e un viaggio lungo le coste di un'isola di sabbia nera. Cuocete a fuoco vivo. Il risultato è un nutrimento delizioso e genuino: una storia delicata - insieme allegra, dolorosa e ironica - che ti entra nel cuore e nella testa e non se ne va più via.

      2/2020
      Sfida personale
      15. un libro in cui mi rispecchio nella protagonista

      Flavia De Luce e il delitto nel campo dei cetrioli


      Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli
      Alan Bradley
      pag. 440
      Ed. Sellerio
      ****

      Come ogni anno, comincio l'anno con un libro divertente, e questo mi ha fatto ridere o sorridere in diverse occasioni.
      Ho scoperto per caso Flavia De Luce su un blog, ma purtroppo non mi ricordo dove, la trama del libro mi ha incuriosita molto, sono andata a curiosare ed ho scoperto che quello di cui si parlava era il sesto o il settimo della serie.
      Ho scaricato sul telefono un estratto e l'ho divorato, non avevo ancora finito di leggerlo che già avevo prenotato il libro alla biblioteca cantonale.

      Fin dalla prima pagina mi sono innamorata di questa ragazzina con la passione per la chimica, molto arguta e che in sella alla sua bicicletta, da lei affettuosamente chiamata Gladys, percorre i paesini attorno a Bishop's Lacey dove abita, cercando di sbrogliare la matassa che ruota attorno all'omicidio del uomo trovato nel campo di cetrioli della sua tenuta.
      Una famiglia un po' strana, due sorelle dispotiche, dei domestici strampalati e una manciata di abitanti fuori dagli schemi, ma così simili a quelli che abitano ogni paese, fanno da corollario a questa storia veramente piacevole da leggere.

      Dopo aver letto il libro non ho capito bene se é un giallo per ragazzi o no, ma non ha molta importanza perché mi é piaciuto moltissimo, e cosa ancora più importante ha qualcosa che io amo nei libri: mi ha fatto conoscere cose nuove, in questo caso la storia dei primi francobolli Penny Black.

      Penso sia superfluo dire che il secondo libro "La morte non é cosa per ragazzine" sarà una delle mie prossime letture.

      Trama dal sito dell'editore (Sellerio)
      Flavia de Luce fa un’orrida scoperta. Nell’orto dei cetrioli, proprio sotto la finestra della sua camera da letto, in mezzo agli attrezzi disordinati del bravo Dogger, il giardiniere autista tuttofare, inciampa in piena notte in un corpo semisepolto; esalando l’ultimo respiro, l’uomo sussurra una strana parola: «Vale!». Poco prima, dietro la porta di una delle infinite stanze di Buckshaw, il castello di famiglia, aveva sentito parole inquietanti pronunciate in una conversazione del padre con uno sconosciuto: «Twining? Il vecchio Tazza? È morto da trent’anni...». «E lo abbiamo ucciso noi». E ancora prima sulla soglia della cucina, il padre era quasi svenuto di fronte al freddo corpicino di un uccellino con un francobollo infilzato nel becco.
      Segnali, premonizioni che stuzzicano la curiosità dell’undicenne Flavia, temeraria detective. Lei, come il segreto modello Sherlock Holmes, sa usare la chimica da esperta per i suoi misteri, che la spingono in moto perpetuo per campagne e stradine di Bishop’s Lacey, di cui i de Luce sono i signori decaduti. Sempre in lotta con le dispettose sorelle maggiori, Daffy e Feely, con loro condivide il vetusto maniero, insieme all’altrettanto annosa servitù, tutt’e tre orfane di una dama avventurosa e rimasta presente nel ricordo e non solo. Chi era Twining? E chi è quel tipo con cui papà ha urlato? Che significa quel francobollo infilzato nel becco? E come si lega tutto questo all’infausta tragedia, trent’anni prima, nel college? La «chimica» della serie di Flavia de Luce – di cui questo è il primo romanzo – è fatta di diversi elementi: l’ingegno costruttivo da giallo classico, l’ironia scabrosa e impudente, il realismo macabro, la maliziosa innocenza di ragazzina, la carrellata di caricature da vecchia Inghilterra dickensianamente verosimili e originali. Una miscela che si imprime in chi l’apprezza come quasi un sottogenere giallo a sé stante, di grande successo in tutto il mondo, e combina il sorriso, la risata, un sottofondo di brivido e la sorpresa.

      1/2020
      Sfida personale
      154. Il primo libro di una lunga serie

      Letture 2019

      L'anno scorso ho letto pochissimo.
      Vedo spesso su blog e su facebook commenti in positivo o in negativo sulla quantità di libri letti, non prendo mai posizione, ognuno legge quello che vuole e quanto vuole.
      La quantità dei libri letti può essere influenzata da molti fattori, dalla disponibilità di tempo, da altri interessi a cui si vuole dedicare tempo, dal genere di libri scelto, dalla velocità di lettura...
      Nel mio caso la quantità di libri letti rispecchia il mio stare bene, e questo 2019 appena passato non é stato facilissimo e non sempre avevo la concentrazione necessaria per assimilare quello che leggevo.
      Ciononostante ho letto qualcosina, metto qui un elenco con un paio di righe su ogni libro, in attesa di avere il tempo di scrivere una mia personale recensione di questi e di parecchi altri libri che ho letto precedentemente.

      Vincoli di Kent Haruf
      contrariamente agli altri anni in cui comincio il mio anno di lettura con un libro divertente, quasi un po' scaramanticamente, ho cominciato con "Vincoli" di Kent Haruf.
      Ho amato moltissimo questo libro, come tutti i precedenti di Haruf, mi é rimasto solo un retrogusto amaro in quanto era l'ultimo dei suoi libri, non in ordine di scrittura, ma era l'unico suo libro che non avevo ancora letto.

      Andiamo a vedere il giorno di Sara Rattaro
      Vista la mia difficoltà a leggere ho deciso di andare sul sicuro e puntare su una delle mie scrittrici italiane preferite, che anche questa volta non ha smentito la mia passione per lei.

      I Goldbaum di Natasha Solomons
      Una grande saga di una famiglia ebrea ambientata in Europa prima e durante la prima guerra mondiale, libro che mi é piaciuto molto e che mi ha fatto capire le dinamiche delle grandi famiglie benestanti dell'epoca e la nascita delle maggiori banche.
      L'ho scelto, a parte perché Neri Pozza, per me sempre sinonimo di ottime letture, anche perché ambientato in un periodo che non é la seconda guerra mondiale, periodo in cui sono ambientati quasi tutti i libri che parlano delle famiglie ebree.

      Il basilico di Palazzo Galletti di Giuseppina Torregrossa
      Libro che avevo in attesa da un po' e che ho cominciato a leggere in concomitanza con una vacanza in Sicilia che un gruppo di amici ha fatto la scorsa estate.
      Le loro foto giornaliere mi ha fatto venire una grande voglia di pesce e di leggere questo libro, voglie esaudite entrambe.

      La lettrice di Tarocchi di Jeane Kalogridis
      Mi piace molto come questa scrittrice da risalto a grandi donne della storia, raccontando in modo romanzato ma senza discostarsi troppo dalla realtà.
      Questo libro ruota attorno alla vita di Caterina Sforza, raccontata dal punto di vista di una persona che le starà vicinissima tutta la vita.

      La soffitta sul lago di Viola Shipman
      Un romanzo molto bello, anche se l'argomento é veramente tosto, la malattia della protagonista e l'arrivo nella sua vita di una ragazza madre e della sua vulcanica bambina.

      L'angelo di neve di Ragnar Jonasson
      Libro preso in prestito dalla Biblioroulotte parcheggiata a 5 metri da casa mia che mi ha permesso di conoscere questo scrittore di cui leggerò sicuramente altro.
      La mia voglia di Islanda ha trovato pane per i suoi denti, proprio poco prima che diverse amiche intraprendessero un viaggio in questo paese.

      Papà Gambalunga di Jean Webster
      Una rilettura, cosa rarissima per me, ma una rilettura con i fiocchi del libro che più ho amato e letto durante la mia infanzia.
      Un libro che ho anche regalato a Lucrezia per Natale, perché anche se scritto parecchi anni fa é sempre un libro che mi fa sorridere.

      L'assaggiatrice di Giuseppina Torregrossa
      Ho preso  questo libro quasi per caso in biblioteca, assieme a parecchi altri, l'ho cominciato e l'ho letto tutto d'un fiato.
      Mi piace lo stile di scrittura di Giuseppina Torregrossa, due degli undici libri letti quest'anno sono suoi.

      Rebecca dei ragni di Olivia Corio
      Ho comperato questo libro per Natale per Anastasia che ha paura dei ragni, ma ho cominciato a leggerlo e non me ne sono più staccata.
      Un libro per ragazzi ma molto carino.

      Emmaus di Alessandro Baricco
      Libro che mi é stato prestato un bel po' di tempo fa.
      Baricco é uno di quegli scrittori che o si odiano o si amano, a me piace molto, ma nella parte centrale di questo libro ho fatto un po' fatica, forse perché ne avevo altri in attesa, ma ancora una volta non sono rimasta delusa, anche se non é il mio preferito fra quelli che ho letto.

      giovedì 2 gennaio 2020

      Vecchie letture 2

      • Vestivamo alla marinara di Susanna Agnelli
      • Bardot, Deneuve, Fonda di Roger Vadim
      • Volevo i pantaloni di Lara Cardella
      • La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini
      • Parola di Giobbe di Giobbe Covatta
      • Pancreas di Giobbe Covatta
      • Il senso di Smilla per la neve di Peter Hoeg
      • La giuria di John Grisham
      • I  cercatori di conchiglie di Rosamunde Pilchener
      • Le bianche dune della Cornovaglia di Rosamunde Pilchener
      • Settembre di Rosamunde Pilchener
      • L'uomo della pioggia di John Grisham
      • Il partner di John Grisham
      • L'avvocato di strada di John Grisham 
      • Harry Potter e la pietra filosofale di J. K. Rowling
      • Le sei mogli di Enrico VII di Antonia Fraser
      • I confratelli di John Grisham
      • Harry Potter e la camera dei segreti di J. K. Rowling
      • In piedi sull'arcobaleno di Fannie Flagg
      • Il colore viola di Alice Walker
      • Il testamento di John Grisham
      • Harry Potter e il prigioniero di Azkaban di J. K. Rowling


      mercoledì 1 gennaio 2020

      Vecchie letture 1

      Ho aperto questo blog una decina di anni fa all'inizio parlavo di un po' di tutto, ho deciso in seguito di separare gli argomenti di cui parlavo in diversi blog, per avere più ordine, anche se spesso riesco a scrivere poco o nulla su ognuno preferisco così.
      Da qualche anno, qui scrivo dei libri che leggo, ma non a livello di critica, ma per tenere un po' il filo delle mie letture.
      Ho cominciato a registrare i libri che leggo solo in tempi abbastanza recenti, principalmente su Anobii, da quest'anno anche in Instagram, ma sono sempre stata una grande lettrice.
      Ho cominciato a leggere molto presto, vivendo in case immerse di libri, ho letto moltissimo attingendo alle biblioteche scolastiche e alle biblioteche di amici.
      Mi dispiace molto non aver segnato i libri che ho letto, e ho deciso che aiutandomi con il mio elenco su Anobii cercherò di ripescare le mie letture passate.

      Piccole donne di Louisa May Alcott
      Posso affermare senza ombra di dubbio che é stato uno dei primissimi libri che ho letto e che ho amato.
      Mi sono vista le diverse edizioni cinematografiche e visto che in questi giorni al cinema ne é uscita una nuovissima, vorrei rileggerlo.

      Il buio oltre la siepe di Harper Lee
      Ho letto questo libro alle elementari, ma come spesso mi succedeva, l'avevo già letto a casa.
      Libro che mi é piaciuto molto e che rileggerò di sicuro, visto che le mie figlie me ne hanno regalato una bella versione tutta nuova.

      Papà Gambalunga di Jeanne Webster
      Di sicuro il libro che ho amato di più durante la mia infanzia e che ho letto parecchie volte, l'ultima dei quali poco prima di Natale.
      Quest'anno a Natale ne ho regalato una copia a mia figlia.
      Narra la storia di una ragazza che vive in un orfanotrofio, con il raggiungimento dei diciotto anni, deve lasciare l'orfanotrofio, ma inaspettatamente un misterioso benefattore, le da la possibilità di continuare gli studi, chiedendo in cambio di essere tenuto al corrente dell'andamento degli studi, richiesta che da vita a strampalate lettere da parte della ragazza al suo benefattore.
      Un libro che mi fa sempre stare bene.

      Il paese dalle ombre lunghe di Hans Ruesch
      Libro letto alle elementari, ambientato al Polo Nord.
      Mi ricordo che mi affascinavano moltissimo i racconti delle loro usanze e il loro modo di vivere così differente dal nostro.
      Potrei dire che questo é stato il primo libro che mi ha fatto capire che leggendo avevo la possibilità di esplorare mondi sconosciuti e di arricchire la mia sete di sapere.
      Anche questo libro mi é rimasto nel core e l'ho riletto alcuni anni fa.

      Io speriamo che me la cavo di Marcello d'Orta
      Piacevole e divertente raccolta di temi di bambini napoletani con errori e strafalcioni,

      Un sasso per Danny Fischer di Harold Robbins
      Racconta la storia di Danny Fischer, ragazzo di una famiglia della borghesia medio alta che si trova a dover fare i conti con la Grande Depressione.
      Rileggendo l'elenco delle mie letture passate, che ho cominciato ad annotare solo in tempi molto più recenti mi sono accorta che fin da piccolissima ho avuto libero accesso ad ogni tipo di libro e senza censure.