venerdì 14 giugno 2013

47 - Lunga é la notte


Lunga è la notte
di Anthony Flacco con Jerry Clark
pag. 314
ed. Piemme

Amo molto i film tipo CSI, Criminal minds, Bones, ecc. e spesso ci sono storie molto agghiaccianti che vengono raccontate, alcune basate anche su storie vere.
Ma questo libro è una storia vera, la storia di Sanford Clark che all'età di 13 anni viene "consegnato" dalla madre allo zio Stewart, uno psicopatico di 20 anni che ha dovuto lasciare il Canada con i genitori per andare in California a causa di alcuni genitori che reclamavano per come trattava i loro figli, leggendo la storia si capiranno i veri motivi.
Stewart con l'aiuto dei genitori sta costruendo un ranch per l'allevamento dei polli, che sarà solo una copertura per le nefandezze che riuscirà a compiere.

Ho letto il libro in due giorni, sempre con una sensazione di freddo alla schiena, a tratti pensavo di abbandonarlo, ma volevo sapere a tutti i costi se Sanford si sarebbe salvato.

Il film "Changeling" con Clint Eastwood è ispirato da questo libro, che ho visto solo dopo aver letto "Lunga è la notte".
Il film ruota attorno alla mamma del piccolo Collins, che si scoprirà poi che è stato rapito da Stewart, e sulla corruzione e l'abuso di potere della polizia di Los Angeles alla fine degli anni 20, infatti i due processi si svolgono parallelamente fra loro.
Molto bello anche il film.

Sfida LeggiAmo 2013
Libro 16/50
Sezione Istinto,
Lista LeggiAmo 2013
totale libri 2013 : 47

 
 
Questo libro partecipa a "LeggiAmo 2013" , "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", 10 Books Project.

domenica 9 giugno 2013

Trattoria Il Cenacolo

foto presa da qui

Trattoria Il Cenacolo
6945 Ponte Capriasca

La trattoria "Il Cenacolo" si trova a Ponte Capriasca, un piccolo paese a due passi da Lugano.
E' situato in un edificio storico del 1300 e deve il suo nome al dipinto dell' Ultima cena presente nella chiesetta di Sant'Ambrogio davanti al ristorante, che pare sia stato fatto da un allievo di Leonardo Da Vinci nel 1550.

Parecchi anni fa era un ristorante molto quotato.
Negli ultimi tempi ha subito parecchi cambi di gestione passando per diversi tipi di cucina.
Per la nostra annuale cena di comitato abbiamo deciso di provarlo.
Secondo alcune voci è stato ripreso da un ex giocatore di ruby che sta in cucina e da sua moglie, parecchie recensioni apparse su questo ristorante dicono che entrando si ha l'impressione di entrare nel tempio del rugy, io non ho visto niente che mi ricordasse questo sport.
La signora che ci ha servito ci ha detto che il cuoco non è suo marito, quindi non so se ci sia stato un nuovo cambio di gestione.
L'ambiente è molto bello e curato, abbiamo mangiato nella saletta principale dove c'è un bellissimo soffitto a volta, ma c'è anche un magnifico giardino esterno.

Sulla carta compaiono pochissimi piatti, un paio per portata, supportati da alcuni piatti sulla lavagna appesa alla parete, per i miei gusti una scelta un po' limitata.
Mentre prendiamo l'aperitivo e aspettiamo il resto della comitiva, ci viene portato un tagliere con fette di ottimo salame, un formaggio stagionato molto gustoso e dei grissini croccantissimi.
Quando ordiniamo c'è qualche problemino, non c'è l'insalata mista perché hanno finito i pomodori (?), mi arriva un piatto di "Antipasto il Cenacolo" che non avevo ordinato ma che decido di mangiare lo stesso e che si rivela squisito e gli gnocchi allo zafferano e pancetta che avevo ordinato erano al gorgonzola, ma anche questi risultano buonissimo e serviti in un cestino di parmigiano.
Fra i piatti che hanno preso i miei compagni di cena ho visto : pesce persico su risotto e filetto di manzo, ottimo secondo loro ma carente sul contorno.
Per dessert ho preso un tortino al cioccolato caldo con la crema alla vaniglia : ottimo!!!

Nelle recensioni che ho letto si parla della cordialità dei proprietari, io purtroppo ho trovato la signora che ci ha servito molto affettata e sbrigativa, in sala c'eravamo noi dieci e un tavolo da tre, quindi non un pienone.
Mentre serviva i piatti noi chiacchieravamo, e se non rispondevamo subito alzava la voce, mi sembrava una maestrina che ci bacchettava.
Si è scocciata quando le abbiamo detto che a parte per le bevande che avremmo fatto un conto unico, per il resto ognuno avrebbe pagato quello che ha consumato, che da addetta ai lavori non capisco mai che fastidio possa dare, è vero che da un po' più da fare, ma in 5 minuti ognuno ha pagato il suo...
E' però uscita una discussione su un dessert non pagato, ne avevamo presi 5 e ne ha fatturati 6, se avessimo diviso il conto non ce ne saremmo accorti, ma la cosa peggiore è che la signora insisteva e alla fine se ne è uscita con una frase del tipo :
"va bene, vuol dire che lo pagherò io anche se non l'ho preso"
tutto senza andare in cucina a controllare quanti ne avesse veramente serviti (i cuochi tengono i buoni di ogni tavolo fino alla fine della serata).
Mi è sembrato che non vedesse l'ora di vederci uscire.

Commento
come qualsiasi ristoratore sa, la miglior pubblicità, oltretutto gratuita è il passaparola, a questa cena eravamo in dieci, membri di un comitato, ognuno con una sua famiglia, con amici, membri anche di altri comitati, tutte cose che potrebbero innescare un effetto a catena per quanto riguarda la futura frequentazione del locale, com'era successo con altri locali in cui avevamo mangiato in precedenza.
Non ci siamo limitati a insalatina e acqua del rubinetto (!), ma aperitivi, vini, digestivi quindi antipasti, primi, secondi e dessert.
Uscendo prendo l'opuscolo in bella mostra del Grotto Ticinese di Cureglia che festeggia i 125 anni, tutta un'altra accoglienza ...

Punti di forza
  • ottima cucina
  • ambiente molto bello

Punti negativi
  • la Signora che ci ha servito
  • la carta un po' scarna
  • situazione un po' complicata per i parcheggi, bisogna parcheggiare in quelli del paesi già sempre pieni
Ho mangiato
1/2 antipasto "Il Cenacolo", mezza porzione ma abbondante Fr. 16.--
Gnocchi al gorgonzola e pancetta Fr. 21.--
Tortino al cioccolato con cuore di cioccolato caldo e crema alla vaniglia Fr. 9.--

Abbiamo mangiato il 5 giugno, 10 persone.

46 - La cucina degli amori impossibili

La cucina degli amori impossibili
Roberto Perrone
pag. 290
ed. Mondadori

Lo scrittore è un giornalista sportivo del Corriere della sera, scrive anche di viaggi e di enogastronomia ed ha coniugato queste tre cose nella trama di questo libro appena uscito in libreria.
La storia mi è piaciuta molto, anche se leggendo la trama e la frase sul retro del libro :
"Due cuori e due cucine. Amori e dissapori tra i fornelli di due ristoranti d'eccellenza"
mi aspettavo qualcosa d'altro, ma questa è colpa mia.
Pensavo che i due innamorati si sarebbero fatti la guerra a suon di ricette e di stelle, invece il libro è quasi tutto incentrato sul passato, su cosa è successo e su cosa ha portato a questa situazione di "guerra" fra i due ristoranti, per poi liquidare alla fine in poche pagine l'epilogo della storia fra i due.
Ho trovato lo stile narrativo poco scorrevole, era sempre il protagonista che parlava e parlava, ci ho messo una vita a finirlo


Trama dal sito dell'autore.
Forse due ristoranti “stellati” sono troppi per un piccolo borgo, anche se quel piccolo borgo è incastonato nello splendido ed esclusivo scenario della Riviera ligure: la rivalità diventa inevitabile e il conflitto aperto molto probabile.

È quello che succede tra i Cavasso e i Maggiorasca, le famiglie titolari dei due ristoranti pluripremiati, da sempre vicinissime, da sempre irriducibilmente contrapposte.

Cesare Cavasso, uomo eccentrico e autoritario cuoco di genio, ma abituato a tiranneggiare parenti e sottoposti, sostiene che Vittorio Maggiorasca, ex sous chef nel suo ristorante prima di mettersi in proprio, gli abbia rubato le ricette; Vittorio, al contrario, ritiene che sarebbe stato Cesare a ispirarsi alle sue idee.

La loro rivalità dura per due decenni, senza che Vittorio riesca a ottenere l’agognata terza stella (quella che fa veramente la differenza).

Fino all’improvvisa morte del patriarca Cavasso. Per i Maggiorasca è finalmente il momento di sorpassare i rivali, rimasti senza guida; e per farsi sostenere in questa impresa fanno rientrare la figlia Rossella, che nel frattempo è diventata socia di un ristorante a Boston.

Sullo stesso aereo che la riconduce in Italia c’è anche Augusto Cavasso, il figlio di Cesare, affascinante giocatore di basket, che è divenuto una star della NBA dopo essersi allontanato vent’anni prima dall’Italia per non dover seguire le orme del padre, e che adesso sta tornando a casa per i funerali e per raccoglierne, malvolentieri, l’eredità.

Tra i due, che non si conoscono, scatta, immediata, un’attrazione fortissima, ma basta scendere dall’aereo perché tutto si complichi. Lo sgomento che, a vederli insieme, si dipinge sul volto di sua sorella, rende subito chiaro ad Augusto che quella passione repentina quanto bruciante ha davanti a sé una strada tutta in salita... E così la contesa tra i Cavasso e i Maggiorasca si arricchisce di nuove tonalità, quasi fossero dei moderni Montecchi e Capuleti. Che stavolta, però, si fronteggiano in cucina.

Scandito con la grazia leggera di una favola e l’implacabile geometria di certe felicissime commedie, Roberto Perrone ci regala (ci serve, potremmo quasi dire) un racconto felice e un mistero inatteso lo costringeranno a rimettersi in gioco, trascinandolo in un’avventura che richiede coraggio, quello vero, la forza di guardare indietro e ripercorrere la propria vita come alla moviola, di fare i conti con il passato per affrontare il futuro.
Questo libro partecipa a  "Io leggo italiano""100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013" Sfida libri appetitosi.

45 - Venivamo tutte per mare


Venivamo tutte per mare
Julie Osaka
pag. 142
ed. Bollati Boringhieri

Il libro racconta delle spose in fotografia, ovvero delle ragazze giapponesi che venivano date in sposa ai connazionali espatriati in America prima di loro.
Le ragazze non conoscevano il futuro marito, che spesso inviava loro una foto di qualcun altro di aspetto migliore e lettere in cui inventavano professioni, case, ricchezze che erano ben lungi dal possedere.

All'inizio lo stile in cui è scritto il libro mi ha lasciato molto perplessa, mi sembrava un lungo elenco  di persone, azioni, luoghi.
Un modo di narrare una storia che non mi dispiaceva ma che non me la faceva neppure amare molto, sperando che prima o poi attaccasse con il raccontare UNA storia.
Ma poi circa a metà ho pensato che lo scopo di questo stile era proprio di dar risalto al fatto che queste donne contavano poco o niente, che non potevano far sentire ognuna la propria voce, che per le persone che le circondavano e che avevano a che fare con loro giornalmente erano invisibili e scontate.
E da qui l'ho amato moltissimo, ho pensato che scrivendo la storia di una sola, si lasciava ancora una volta tutte le altre nell'ombra, mentre così mi sembrava di essere seduta in mezzo a loro, ad ascoltare le loro voci.


Questo libro partecipa a "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", "Woman Challenge".