lunedì 1 marzo 2021

Martin Eden

Martin Eden
Jack London
ed. Feltrinelli
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Ho cominciato a leggere Martin Eden con un gruppo di lettura di Instagram.
Non conoscevo questo libro, ma avevo già letto da ragazzina "Il richiamo della foresta" e "Zanna bianca" dello stesso scrittore.
Il libro mi ha preso subito dalle prime pagine e devo dire che ho fatto parecchia fatica a rispettare il limite dei capitoli che ci siamo autoimposte, avrei voluto poterlo divorare, non vedevo l'ora di scoprire cosa sarebbe successo a Martin e Ruth.

Nel gruppo hanno trovato antipatica Ruth, ma io penso che il suo modo di agire e di pensare é dovuto a come lei é stata cresciuta.
Abbiamo tutte adorato Martin, la sua voglia di studiare, di migliorare, di potersi evolvere.
E' stato molto piacevole trovarci ogni settimana a dare il nostro parere, e devo dire che in più di un'occasione mi é capitato di notare sfumature che non avevo colto.

Trama dal sito dell'editore:
Martin Eden, un giovane marinaio di Oackland, salva la vita a un ragazzotto della buona borghesia di San Francisco, Arthur Morse. Per ringraziarlo, questi lo presenta alla famiglia e alla sorella, Ruth. Tra questa e il giovane marinaio scatta subito un'attrazione vitale, ostacolata però dalle differenze di classe e quindi dalla prevedibile resistenza della famiglia di lei. Un po' per farsi accettare socialmente, un po' perché sinceramente affascinato da quel mondo borghese, Martin decide di affinare la propria cultura. Da giovinastro un po' rozzo, in anni di studio forsennato, si trasforma alla fine in scrittore: dopo un inizio puntellato di rifiuti (tra cui l'abbandono di lei), improvvisamente gli arride la fama. Il suo saggio filosofico, "La vergogna del sole", gli apre le porte dei circoli più esclusivi di San Francisco. Tutti si contendono la sua presenza. Anche Ruth decide di tornare sui suoi passi. Ma questa volta Martin Eden sente di non essere più interessato a lei. Non è più interessato alla vanagloria di quel mondo, a cui pure era riuscito ad accedere…



23/2020
Sfida personale: 17. Un classico

Ho imparato che anche se non abbiamo tutti le stesse opportunità possiamo darci da fare per migliorare.

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