lunedì 3 maggio 2021

Dei bambini non si sa niente

Dei bambini non si sa niente
Simona Vinci
ed. Einaudi
pag. 167
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Ho letto questo libro subito dopo "la città dei vivi" e forse era meglio se avessi letto nel mezzo un libro più leggero.
Non posso dire che non mi sia piaciuto, ma ho trovato poco credibile l'escalation di curiosità riguardo al sesso e la conseguente voglia di provare cose sempre più nuove e più audaci, sia da parte del ragazzo "grande" del gruppo che ha 15 anni, ma soprattutto dei tre bambini di 10 anni.
Non dico il finale per non anticipare la trama, ma mi ha lasciato parecchie perplessità e domande.
Principalmente mi sono chiesta "e poi cosa  é successo, quale sono le conseguenze che hanno dovuto affrontare?"
Di sicuro non é libro da leggere a cuore leggero e mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
Non so quale sia stato l'intento della scrittrice, ho letto che al momento della pubblicazione é stato un libro molto discusso, e capisco facilmente perché.
Mi riservo di andare a cercare interviste o altro che possano farmi capire meglio il senso della storia.

Trama dal sito dell'editore
Una bambina di dieci anni canta, in grembiule azzurro e anfibi rossi, davanti a un mare di grano. È Martina, che non fa domande, che cerca di capire con gli occhi. E attraverso il suo sguardo, che vede il mondo con lo stupore assorto, un po’ imbambolato, dei grandi saggi, il lettore entra nel racconto perfetto di un mistero. Alla fine dell’anno scolastico, nel tempo breve e infinito di un’estate, tra i campi gialli e verdi di Granarolo dell’Emilia, lontano dallo sguardo degli adulti, un gruppo di bambini si esercita in giochi proibiti sempre piú estremi. Buono e cattivo, gioia dolore e schifo, e anche l’orrore, ci sono, semplicemente. Attraverso il punto di vista di Martina, Matteo, Luca e Mirko, il ragazzo piú grande, quindici anni, il capo del gruppo. L’esordio, di straordinaria maturità, di una scrittrice che, riallacciandosi a Marguerite Duras e Ian McEwan, sa raccontare l’universo dei bambini e quasi adolescenti tra innocenza e corruzione, tra giochi odori cose familiari e certezze spensierate di una volta, il rock acido dei Soundgarden e la scoperta del sesso, del corpo, e di come sia inevitabile e spaventoso crescere.

17/2021

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