venerdì 6 febbraio 2015
Accabadora
Accabadora
Michela Murgia
Ed. Einaudi
Pag. 164
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Era da un po' che avevo in mente questo libro di Michela Murgia, ne avevo sentito parlare in facebook e da amiche, ma non so perché ne avevo preso nota ma non mi ero mai data la pena di cercarlo.
Poi durante un giro in biblioteca, dove alcuni libri della mia lista erano già fuori per il prestito, mi è capitato sotto mano, ho letto la trama ( o sintassi) e l'ho messo nel mio bottino libresco, posso prendere dieci alla volta ed è raro che non riesco a raggiugere questo limite
Di solito mi lascio prendere anche dalla copertina, e questa non mi piaceva moltissimo, ma appena ho cominciato a leggerlo, non ho più smesso.
Mi è piaciuto molto, trovo che abbia saputo raccontarci in modo magistrale la pratica del "Fillus de anima" che sono quei bambini partoriti due volte, la prima dalla vera madre e la seconda da una donna che non ha potuto avere figli, ma che se ne prende cura come se fosse suo.
Trama
La storia ruota attorno a Tzia Bonaria che prende in casa Maria, quarta figlia femmina di una vedova
Tzia Bonaria fa la sarta, ma a volte esce nel cuore della notte e non si sa dove vada. Maria non sa che Tzia Bonaria è un'accabadora, una persona che secondo le antiche usanze pratica l'eutanasia.
Ho amato molto com'è stato sviluppato il tema dell'eutanasia, tema molto spinoso, di cui spesso ognuno ha la sua idea di fondo, ma che non è solo bianco o nero, ma racchiude al suo interno una miriade di sfumature, di argomenti che possono aiutarci a consolidare la nostra convinzione, ma che la maggior parte delle volte riescono a farci vacillare, a farci capire che la verità non è mai una sola e assoluta.
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