martedì 3 febbraio 2015

Lo strappo nell'anima


Lo strappo nell'anima
Elena Loewenthal
Ed. Frassinelli
Pag. 168
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Ho cominciato questo libro piena di aspettative, il primo libro che avevo letto scritto da lei era "Conta le stelle, se puoi" e quando ho trovato questo in una biblioteca dell'usato l'ho preso al volo.
L'ho cominciato subito dopo "Il veleno dell'oleandro" e penso che questo abbia aiutato a non farmi amare moltissimo il libro.

La storia è bella, quello che non ho amato molto era lo stile in cui è stata scritta, un po' ripetitivo e ingarbugliato, l'episodio della scolorina, perno centrale della storia viene ripetuto una miriade di volte.

Però mi sono sentita molto vicina a Stefania, con questo bisogno di sapere che si sente dentro, anche se non condivido la sua idea che i problemi del figlio siano dovuti a questo vuoto che lei sente dentro.
Mi sono sentita molto vicina perché anch'io sento la stessa necessità di dare una risposta ad una marea di domande che molto probabilmente rimarranno senza risposta.
Mio nonno fuggì dalla Polonia all'inizio della IIa Guerra Mondiale per andare in Francia da un fratello che lavorava li, ma fu fermato sul confine Svizzero e mandato in campo di lavoro, cosa che quasi sicuramente gli salvò la vita.
Non ha mai voluto parlare di quello che aveva vissuto prima, della sua famiglia e del suo paese, con i figli e con me non parlava nemmeno la sua lingua.
Ha sempre detto che preferiva così non per dimenticare, ma per non ricordare, e trovo che questo sia ancora più doloroso.
Il vuoto del non detto di questo "quarto" di me, mi fa sempre nascere domande su chi era, da dove veniva, cosa faceva prima di arrivare qui, come faceva a conoscere così tante lingue?
Domande che come dicevo prima rimarranno di sicuro senza risposta, perché lui non c'è più da troppi anni, e i figli sanno solo quello che lui ha voluto che sapessero.

Trama:
Il Dottor H. è un medico ebreo ungherese che per poter studiare ha lasciato la sua patria per trasferirsi in Italia.
Un suo paziente è un ufficiale nazista, che grazie alla riconoscenza che prova per il suo medico, decide di aiutarlo al momento dell'emanazione dei "provvedimenti per gli ebrei", lasciandolo entrare di notte nel suo studio per cancellare con la scolorina il suo nome e quello della sua famiglia dall'elenco romano degli ebrei, salvandolo così dal rastrellamento di Roma del 16 ottobre 1943.

Elena Loewenthal traduce in italiano i libri di Amos Oz, di David Grossman e di parecchi altri scrittori ebraici.

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