mercoledì 6 marzo 2013

26 - La Strada di Smirne


La Strada di Smirne
Antonia Arslan
pag. 285
ed. BUR Biblioteca Universale Rizzoli

Questo é il terzo libro che leggo di Antonia Arslan, ed é il seguito del primo "La masseria delle allodole".
Ho amato moltissimo il primo libro nonostante la crudezza delle descrizioni e l'ho letto tutto d'un fiato, la storia era narrata in modo scorrevole.
Purtroppo da allora sono passati tre anni e all'inizio leggendo "La strada di Smirne", ho fatto fatica a ricordarmi chi é chi, e ho dovuto continuamente guardare l'albero genealogico delle prime pagine, forse sarebbe stato meglio rileggere il primo e poi questo.
Nonostante questo, é un libro bellissimo in cui si parla della persecuzione contro gli armeni da parte dei turchi, e del loro annientamento in seguito all'incendio doloso della città di Smirne nel 1922.
Purtroppo ancora una volta si capisce che le grandi potenze hanno aiutato fino a quando avevano qualcosa da guadagnare, e poi se ne sono lavate le mani.

Trama de "La strada di Smirne" da Anobii.
È finita. La fuga è giunta alla sua conclusione. Al sicuro a bordo di una nave che li condurrà in Italia, Shushanig e i suoi quattro figli si lasciano alle spalle le atrocità che hanno sconvolto la loro vita e sterminato i loro cari e tante altre famiglie armene. Quello è il passato, racchiuso e conservato per sempre tra le pagine della "Masseria delle allodole". Ora una nuova storia incalza. Mentre in Italia i figli di Shushanig si adattano dolorosamente a una nuova realtà, Ismene, la lamentatrice greca che tanto ha fatto per strapparli alla morte, cerca di dare corpo all'illusione di salvare altre vite, prendendosi cura degli orfani armeni che vagano nelle strade di Aleppo, ostaggi innocenti di una brutalità che non si può dimenticare. Ma proprio quando nella Piccola Città dove tutto ha avuto inizio qualcuno torna per riprendere quel che gli appartiene, ogni speranza di ricostruire un futuro compromesso cade in frantumi. La narrazione di Antonia Arslan stupisce per il coraggio di testimoniare fino in fondo le vicende di un popolo condannato all'esilio e per la capacità di dipingere un mondo vivo e pulsante di donne e uomini straordinari. Donne e uomini normali che hanno sofferto senza spezzarsi, attraversando le alte fiamme che, nell'incendio di Smirne, sembravano voler bruciare la speranza di una vita nuova.

Trama de "La masseria delle allodole" da Anobii.

Ispirato ai ricordi familiari dell'autrice, il racconto della tragedia di un popolo "mite e fantasticante", gli armeni, e la struggente nostalgia per una terra e una felicità perdute. La masseria delle allodole è la casa, sulle colline dell'Anatolia, dove nel maggio 1915, all'inizio dello sterminio degli armeni da parte dei turchi, vengono trucidati i maschi della famiglia, adulti e bambini, e da dove comincia l'odissea delle donne, trascinate fino in Siria attraverso atroci marce forzate e campi di prigionia. In mezzo alla morte e alla disperazione, queste donne coraggiose, spinte da un inesauribile amore per la vita, riescono a tenere accesa la fiamma della speranza; e da Aleppo, tre bambine e un "maschietto-vestito-da-donna" salperanno per l'Italia...

Dei tre il mio preferito resta comunque "Il cortile dei girasoli parlanti", 77 brevi racconti di una paginetta o poco più,  piccole storie dell'infanzia, tradizioni che non ci sono più, ricordi di antiche saggezza perdute.


Questo libro partecipa a "LeggiAmo 2013" , "Io leggo italiano""100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", "Woman Challenge".

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