giovedì 16 aprile 2020

Insonnia


Insonnia
Tahar Ben Jelloun
ed. La nave di Teseo
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Mentre gironzolavamo tra gli scaffali della libreria, prima che chiudessero, a mia figlia Anastasia salta all'occhio questo libro, leggiamo la trama, sembra interessante, poi ne guardiamo altri, ma questo continua a tornare nei nostri discorsi.
Ad ogni passaggio in libreria era li che occhieggiava, ma per un motivo o per un altro la nostra scelta cadeva altrove.
Poi finalmente l'abbiamo preso.

La trama é surreale, abbastanza lontana dal genere che sono abituata a leggere, anche se ultimamente sto spaziando fra generi e stili a me inusuali.
In questa quarantena sto leggendo diversi libri in parallelo, un classico, uno appena pubblicato, un mattone che trascino e questo libro.
Tutti stili assolutamente distanti fra loro che mi permettono di non perdere il filo della trama.
Questo libro é proprio quello che mi serviva per dare leggerezza alle letture, nonostante il tema di cui si parla sia tutt'altro che leggero e qua e la fra le righe venga più volte accennato all'eutanasia, pratica ancora non legale in parecchie nazioni.
Mi é piaciuto molto anche il finale, forse l'unico possibile, che a distanza di qualche giorno mi fa ancora riflettere, mi piacciono i libri che non mi scivolano via ma che mi alleggiano dentro.

Trama dal sito dell'editore:
Uno sceneggiatore di Tangeri che soffre gravemente di insonnia scopre che per poter finalmente dormire deve uccidere qualcuno. Incomincia da sua madre.
Sembra assurdo, anzi è assurdo – è sempre stato un uomo onesto, rispettoso, gentile – ma solo uccidendo, come in un gioco surreale, guadagna dei punti-sonno.
Per minimizzare il problema, decide di limitarsi a persone già in fin di vita; la sfida è riuscire a essere lì, al loro capezzale, un attimo prima che spirino da sé.
Il protagonista dà così il via a imprese rocambolesche per infilarsi nelle camere di ospedale: si finge infermiere, figlio, parente… è disposto a tutto, pur di essere lì al momento giusto. Quando però si trova a uccidere un vecchio torturatore del regime di Hassan II, il “gioco” ai suoi occhi acquista un nuovo significato: sa di aver fatto giustizia e quella morte gli procura mesi di pace notturna. Più è rilevante la vittima, più ne guadagna il suo sonno.
Lo sceneggiatore, capace di commettere crimini dalla perfezione cinematografica, prende dunque a misurarsi con prede sempre più grosse, in una spirale inquietante di bisogno e violenza. Riuscirà a vincere una volta per tutte l’insonnia? Non ne è affatto sicuro, può bastare un solo errore nella messinscena per far precipitare tutto.




11/2020
Sfida personale: 121. un libro pubblicato nel 2019

Ho imparato che a volte lasciare la strada conosciuta per una sconosciuta può farci avere delle belle sorprese.

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