domenica 25 gennaio 2015

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano


Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
Eric-Emmanuel Schmitt
pag. 123
Ed. E/O
*****

Ho questo libro da molto tempo, ma non mi decidevo mai a cominciarlo perché avevo già visto il film, che mi era piaciuto moltissimo.
Come quasi tutti i lettori, che prima leggono il libro e poi vedono il film, resto sempre delusa, perché i personaggi e i luoghi sono molto diversi da come li avevo immaginati, ma se ho già visto il film, mi sembra di togliere qualcosa alla magia del leggere, perché non devo più creare nella mia testa i personaggi e le situazioni.
In questo caso non è stato così e ho amato moltissimo questo libro, che non so se definire romanzo o racconto lungo, anche se sono riuscita a segnarmi diverse citazioni nonostante le poche pagine.

"Il tuo amore per lei è tuo. Ti appartiene. Anche se lei lo rifiuta, non lo può cambiare. Semplicemente non ne approfitta, ecco tutto. Quello che tu dai, Momo, è tuo per la vita; e quello che non dai è perduto per sempre!"

"Stando con Monsieur Ibrahim mi rendevo conto che gli ebrei, i musulmani e persino i cattolici avevano avuto un sacco di grandi uomini in comune prima di massacrarsi a vicenda. La cosa non mi riguardava, però mi faceva bene."

"Monsieur Ibrahim mi ha dotato dell'arma assoluta. Mitraglio il mondo intero con il mio sorriso. Nessuno mi tratta più come una merda."

"No, non l'autostrada, Momo. Non prendiamo l'autostrada. le autostrade, ci passi e basta, non c'è niente da vedere. Sono buone per gli imbecilli che vogliono andare il più velocemente possibile da un punto all'altro. Noi non facciamo della geometria, noi viaggiamo."

"Facevamo un sacco di giochi. Mi conduceva nei luoghi di culto con una benda sugli occhi perché indovinassi la religione dall'odore.
«Qua c'è odore di ceri, è cattolico».
«Sì, è Sant'Antonio».
«Qui c'è odore d'incenso, è ortodosso».
«Sì, è Santa Sofia».
«E qua c'è puzza di piedi, dev'essere musulmano. Bleah, c'è un fetore...».
«Cosa?! Ma è la Moschea Blu! Non ti piace un posto che odora di corpi umani? A te non puzzano mai, i piedi? Ti disgusta un luogo di preghiera che odora di uomo, che è fatto per gli uomini, con gli uomini dentro? Hai proprio delle idee parigine, tu! A me, questo profumo di pantofole mi rassicura. Mi fa pensare che non valgo più dei miei simili. Mi sento col naso, sento noi col naso, e quindi mi sento già meglio!»"


"O-oh, Momo, siamo tra i ricchi: guarda, ci sono dei cassonetti."
"E allora?"
"Quando vuoi sapere se il posto dove ti trovi é ricco o povero, guarda la spazzatura. Se non vedi immondizia né pattumiere, vuol dire che é molto ricco. Se vedi pattumiere ma non immondizia, é ricco. Se l'immondizia é accanto alle pattumiere, non é né ricco né povero: è turistico. Se vedi l'immondizia e non le pattumiere, é povero. E se c'é la gente che abita in mezzo ai rifiuti, vuol dire che é molto, molto povero. Qui sono ricchi."
"Beh, siamo in Svizzera!"


Trama da Anobii:
Il breve intreccio di strade di un popolare quartiere parigino annovera vie che hanno il sapore delle favole: Rue Bleue, Rue de Paradis. Il quartiere dove abita l'adolescente Mose detto Momo, è pieno di vita e di luce, percorso da un'animazione popolare colorita e gaia, proprio l'opposto dell'appartamento in cui Momo vive con un padre, perennemente immerso nella penombra, eccettuato per il cono di luce serale che avvolge l'avvocato, senza affari e senza moglie, intento a leggere uno dei ponderosi volumi. Nonostante l'atmosfera pesante di una casa dalla quale l'amore sembra fuggito, Momo è un ragazzo dallo spirito aperto e curioso, ferito dalle accuse del padre e dalla sua indifferenza ma capace di reagire con una serie di spensierate trasgressioni.



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