domenica 25 gennaio 2015
Oscar e la dama in rosa
Oscar e la dama in rosa
Eric-Emmanuel Schmitt
Ed. BUR
Pag. 110
*****
Ho terminato questo libro sorridendo fra le lacrime, ammaliata ancora una volta dallo stile di questo scrittore, incantata dalla magia che questa dama in rosa riesce a creare attorno a questo bimbo che sta morendo, condensando 100 anni di vita in dodici giorni.
Un libro da tenere, da rileggere, da consigliare.
Come per il precedente libro di questo scrittore, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, mi sono appuntata parecchie frasi:
"Caro Dio,
oggi ho cent'anni. Come Nonna Rosa. Dormo molto ma mi sento bene.
Ho cercato di spiegare ai miei genitori che la vita è uno strano regalo.
All'inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di aver ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta, lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronti a gettarlo. Infine ci si rende conto che non era un regalo, ma solo un prestito. Allora si cerca di meritarlo. Io che ho cent'anni, so di che cosa parlo. Più si invecchia, più bisogna dar prova di gusto per apprezzare la vita. Si deve diventare raffinati, artisti. Qualunque cretino può godere della vita a dieci o a vent'anni, ma a cento, quando non ci si può più muovere, bisogna avvalersi della propria intelligenza."
"La smetta con quell'espressine colpevole. Non è colpa sua se è costretto ad annunciare brutte notizie alla persone, malattie dai nomi latini e guarigioni impossibili. Deve rilassarsi, distendersi. Non è Dio Padre. Non è lei a comandare la natura. Lei è solo un riparatore. Deve rallentare, dottor Dusseldorf, diminuire la pressione e non darsi troppa importanza, altrimenti non potrà continuare a lungo con questo mestiere. Guardi già la faccia che ha."
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