Mi accorgo che certe volte divento una maniaca della lettura.
Spesso quando so che qualcuno legge mi informo su cosa sta leggendo, se vado a casa di parenti sbircio i libri sui tavolini, com'è successo settimana scorsa a casa di mio cugino che a Natale ha ricevuto due libri di Mauro Corona, che non ho mai letto.
Considerando che lui attualmente sta affrontando degli esami e non ha tempo per leggere, mi ha chiesto se li volevo in prestito, non potevo certo rifiutare !
Ho cominciato con il più piccolo, una sessantina di pagine, potrei definirlo una bella novella, ma mi sembra riduttivo, l'ho letto veramente in meno di mezz'ora, ma il racconto, il modo di narrare mi ha piacevolmente impressionata.
Fin dalle prime pagine mi è sembrato di essere li, di vivere il racconto dal di dentro, grazie alle descrizioni veramente poetiche.
Trama :
Sull'Appennino tosco-emiliano, non lontano dall'Abetone, c'è una valle stretta e tortuosa, e in fondo una casa, una piccola casa con il tetto coperto di plastica colorata e due comignoli che buttano fumo sempre, estate e inverno. Un industriale della seta torna ai boschi dove un tempo andava a far funghi e la vede, quella casa. Malgrado il fuoco acceso sembra disabitata. È incuriosito. Entra. E lì comincia la sua avventura, che lo strappa alla mesta quotidianità del danaro e del potere per precipitarlo dentro un vertiginoso delirio, che è prova e passaggio, alla scoperta di sé.
Queste alcune delle frasi che mi hanno colpito :
parlando di conoscenti:
"Altri erano scomparsi seppur vivi, dispersi nelle città a cercar fortuna mentre gli anni passavano, la fortuna si nascondeva e la vecchiaia trovava loro"
...I ponti gli piacevano, uniscono separazioni, come una stretta di mano unisce due persone.
I ponti cucciono stappi, annullano vuoti, avvicinano lontananze.
... Era verso mezzogiorno, a metà di un ottobre dorato. La valle ardeva nell'incendio dei boschi arrugginiti...
...al cospetto di un portone di legno. Un'anta di castagno antico, consumata dal tempo, graffiata dalle intemperie, sconnessa dagli acciacchi, abbronzata di sole e lisciata dalla lingua del vento.
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